Sito Ufficiale del Gruppo Consiliare "Vivere Calvene" (Giugno 2019 - Maggio 2024)

Mese: Febbraio 2021

Cambiamenti climatici 2021 e pandemia… tutto è collegato

…. ma dove stiamo andando ?

a cura del Gruppo Consiliare “Vivere Calvene” – Febbraio 2021

“La terra non è nostra proprietà, ci è data in prestito dai nostri nipoti: togliere futuro a chi verrà è un crimine contro l’umanità.”

50 anni di sviluppo industriale incontrollato stanno mettendo in ginocchio il pianeta Terra.

Il cambiamento climatico innescato non ci consente più di ignorare la realtà. Ci stiamo avvicinando al punto di non ritorno, il punto critico, il limite oltre il quale l’equilibrio della terra potrebbe essere compromesso.

La terra si stà riscaldando e questo è un dato inconfutabile e l’innalzamento della temperatura globale favorisce la formazione di eventi atmosferici estremi. Più fa caldo, più si sciolgono i ghiacci ai poli, e più si sciolgono i ghiacci, più si innalza il livello del mare. Questo è quello che stà accadendo lungo molte coste di tutto il mondo, dove vivono seicento milioni di persone: Bangladesh, India, Thailandia, Vietnam, senza dimenticare i problemi di casa nostra come l’ultima “aqua granda” a Venezia.  Inoltre, l’acqua del mare che sale, compromette lentamente la qualità dell’acqua dolce, riempiendo l’acquifero di acqua salata.

Più fa caldo e più aumentano le possibilità, in certe aree, di desertificazione rendendo impossibile anche la vita degli animali e con essi la vita dell’uomo che si trova nelle condizioni di dover abbandonare per sempre le proprie case. Diventano così realtà i migranti ambientali. Senz’acqua non c’è vita.

Come non bastasse… abbiamo violato e continuiamo a farlo, le ultime grandi foreste e altri ecosistemi intatti del pianeta, distruggendo l’ambiente e le comunità che vi abitavano, in Congo, in Amazzonia, nel Borneo, in Madagascar, in Nuova Guinea, con l’insediamento di industrie minerarie estrattive e costruendo nuovi insediamenti urbani.

Per non parlare dello spazio….la vigilia di Natale di 52 anni fa (24 dicembre 1968, l’abbiamo ricordato nella pubblicazione dello scorso anno) la missione Apollo 8 portava, per la prima volta, un equipaggio umano in orbita attorno alla Luna.  Anders esclamò “oh mio Dio! Guarda che immagine! È la terra che sorge. Wow, è proprio bella”.  Si avvertiva in quelle parole il bisogno dell’uomo di inchinarsi davanti alla potenza del creato.

A 50 anni di distanza dai dati disponibili, pare che orbitino intorno alla terra più di 8 mila tonnellate di detriti spaziali, pari a quasi 30 mila oggetti volanti di oltre dieci centimetri, le cui dimensioni consentono di essere tracciati da terra.

Una casa fragile “la nostra terra” limitata da uno strato superficiale che va da 10.000 metri sotto il livello del mare a 10.000 metri al di sopra di esso; solo 20 km che racchiudono l’unico luogo dell’universo, ad oggi conosciuto, all’interno del quale esiste la vita, che noi con il nostro sviluppo incontrollato stiamo compromettendo.                 

Dall’aria che respiriamo, ormai talmente inquinata che soffoca città e pianure, soprattutto nei mesi invernali, ai mari dove galleggiano tonnellate di plastica. Le stime prevedono che entro il 2050 la quantità di plastica nei mari quadruplicherà. Una sconvolgente realtà è l’immensa quantità di plastica che col tempo si è concentrata formando un’isola galleggiante nel Pacifico tra la California e le Hawaii, grande ormai come la Francia.

Ma dove stiamo andando?…..

Il tempo che rimane è oramai poco.  L’appello di Greta Thunberg : “mi state rubando il futuro. I politici diano priorità alla questione climatica, si concentrino sul clima per trattarlo come una vera crisi” è di una attualità disarmante. I potenti della terra sanno benissimo che Greta ha ragione dalla prima all’ultima parola: lo ripete da anni anche “la scienza”.

Ma prevale l’idea di andare avanti sottovalutando le conseguenze che sono all’orizzonte, coltivando l’illusione che si tratti di un’eventualità lontana, astratta, irrealizzabile. Qualcosa che potrà accadere solo nel futuro remoto, quando nessuno di noi ci sarà più.

Prima che sia troppo tardi è indispensabile cambiare le modalità della crescita con un’azione globale coordinata. Bene l’Europa che si stà muovendo in questa direzione e “obbliga” i paesi membri a ripensare una crescita economica basata sull’innovazione, la ricerca, una crescita che sia inclusiva, redistributiva e sostenibile dal punto di vista ambientale, spingendo verso l’abbandono di carbone e petrolio a favore di energia solare.

Purtroppo gli eventi, del 2020 e di questo inizio 2021 con la pandemia in atto, hanno distolto l’attenzione dal tema dei cambiamenti climatici; ma questo è un tema fondamentale che deve ritornare prioritario perché ……. tutto è collegato.

L’inquinamento atmosferico, la cattiva qualità dell’aria, favorisce anche il diffondersi della pandemia da Coronavirus.

Dall’origine della nostra specie, circa duecentomila anni fa, all’anno 1804 la popolazione mondiale è cresciuta fino a raggiungere un miliardo di abitanti. Tra il 1804 e il 1927 è aumentata di un altro miliardo; nel 1960 ha raggiunto i tre miliardi; e da allora è cresciuta di un miliardo ogni tredici anni circa. Nell’ottobre del 2011 eravamo sette miliardi, nel 2024 la stima è di otto miliardi di persone e probabilmente arriveremo a nove miliardi prima che si preveda un appiattimento della crescita.

David Quammen nel suo saggio predittivo del 2012  dal titolo “Spillover” scriveva: “In una popolazione in rapida crescita, con molti individui che vivono addensati e sono esposti a nuovi patogeni, l’arrivo di una nuova epidemia è solo questione di tempo. E’ ipotizzabile che la prossima Grande Epidemia (il famigerato Big One) quando arriverà si conformerà al modello perverso dell’influenza, con alta infettività prima dell’insorgere dei sintomi.”

L’ipotesi di nove anni fa sembra diventata realtà, potrebbe essere il Covid-19, la malattia da Coronavirus che causato ormai più di 100 milioni di contagi e più di 2,5 milioni di decessi.

In latino virus significa veleno; il Covid-19 è un virus che si diffonde per via aerea, dunque altamente trasmissibile ed è per questo che è riuscito a fare, in poco tempo, il giro del mondo.  Il Covid-19 è una malattia molto pericolosa che deve essere affrontata con misure preventive adottate da tutte le persone.

Le azioni di noi singoli hanno un grande effetto sul fattore di trasmissione; con il nostro agire (lavarsi spesso le mani, usare la mascherina, mantenere il distanziamento fisico, usare gel disinfettante) possiamo fermare o accelerare l’evoluzione della pandemia; possono salvare la nostra vita e quella degli altri.

Quel che accadrà dipenderà da tutti noi.

E in futuro ? … Molto è stato fatto nel campo della ricerca ma molto rimane ancora da fare; questa pandemia ha evidenziato ancora una volta la fragilità del sistema sanitario mondiale e la criticità di questo modello di sviluppo.

confiniamo migliaia di bovini, suini, polli, in allevamenti intensivi dove è facile che gli animali siano esposti a condizioni poco igieniche e a patogeni provenienti dall’esterno (dai ratti ai pipistrelli) e che si contagino tra loro.  In tali condizioni i patogeni hanno opportunità di evolvere e assumere nuove forme in grado di infettare gli esseri umani tanto quanto maiali, mucche e altro. Molti di questi animali li bombardiamo con dosi profilattiche di antibiotici e di altri farmaci, non per curarli ma per farli aumentare di peso e tenerli in salute il minimo indispensabile per arrivare vivi al momento del macello, tanto per generare profitti. In questo modo, con l’uso di antibiotici, favoriamo l’evoluzione di batteri resistenti.”

Più volte il giornalismo d’inchiesta ha evidenziato le deviazioni pericolose degli allevamenti intensivi incontrollati; necessitano ora nuove e stringenti regole che garantiscano modalità di allevamento, provenienza e sicurezza alimentare e magari da parte nostra rivedere l’alimentazione riducendo il consumo di carne.

Va rivisto il ruolo fondamentale dell’OMS, (l’Organizzazione Mondiale della Sanità);  vanno migliorate le basi scientifiche, per migliorare la capacità di risposta. Ciò significa sapere quali tipi di virus tenere sotto osservazione, essere in grado di riconoscere uno spillover (passaggio del virus dall’animale all’uomo) anche in luoghi remoti, prima che si trasformi in un’epidemia e avere capacità organizzative per bloccare le epidemie localizzate prima che diventino pandemie.

E in Italia, per non trovarsi impreparati, è indispensabile dotare il sistema sanitario nazionale di un piano di intervento ben strutturato. Questo è il momento di costruire la Sanità del domani al servizio di tutti i cittadini, rafforzare la sanità sul territorio, investire nelle persone, nelle università, nella ricerca, con tecniche e tecnologie avanzate.

Chiediamo alla Politica, con la “P” maiuscola, a tutti i livelli, di dimostrarsi all’altezza della situazione e saper usare correttamente le ingenti risorse messe a disposizione dall’Europa.

Questo virus e la crisi che stà provocando, ci costringe ad andare all’essenziale e a rivedere le nostre priorità, individuali e sociali.  Abbiamo bisogno di solidarietà e fiducia reciproca che sono le basi di un patto sociale e vanno costruite e alimentate giorno per giorno.

Serve una rinnovata voglia di Vivere, “Vivere una nuova normalità”, occorre impegno consapevolezza, equità e solidarietà, soprattutto tra generazioni.

con la collaborazione del “Gruppo di lavoro”  della Lista  “Vivere Calvene”

Cambiamenti climatici 2020

Cambiamenti climatici  e non solo….. Azioni

a cura del Gruppo Consiliare “Vivere Calvene” Febbraio 2020

Il simbolo della Lista “Vivere Calvene” racchiude nel nome e nella grafica il nostro impegno per l’Ambiente.  Acqua, terra, cielo, germoglio: un insieme di elementi che danno origine, in equilibrio perfetto, alla vita.

Questo tema “Ambiente, cambiamenti climatici, conseguenze, azioni da intraprendere”, sempre più attuale, sarà motore delle nostre azioni.  Abbiamo già avuto un interessante prologo nella serata, molto partecipata, del 6 dicembre 2019.

Iniziamo il nostro racconto con alcune foto spettacolari:                               

La vigilia di Natale di 52 anni fa (24 dicembre 1968) la missione Apollo 8 portava, per la prima volta, un equipaggio umano in orbita attorno alla Luna.  Willian Anders, Frank Borman e James Lowell furono i primi a poter osservare lo spettacolo dell’alba della Terra vista dalla Luna.  La foto chiamata da Anders “Earthrise” “il sorgere della Terra” ci rilevò un pianeta di maestosa bellezza, ma anche fragile e delicato.  Una colorata isola di vita in un universo per il resto vuoto e buio.

Una casa fragile, limitata da uno strato superficiale che va da 10.000 metri sotto il livello del mare a 10.000 metri al di sopra di esso; solo 20 km che racchiudono l’unico luogo dell’universo, ad oggi conosciuto, all’interno del quale esiste la vita.  

E’ vero, lo sentiamo ripetere ormai quasi tutti i giorni, è in atto un cambiamento climatico, ma forse la percezione di dove stiamo andando non è ancora così forte come dovrebbe essere.

Il pianeta si trova di fronte a profondi mutamenti climatici e in assenza di azioni concrete per invertire tale percorso, entro pochi anni ci si potrebbe trovare di fronte ad un punto di non ritorno:

  •  milioni di ragazzi nel mondo all’insegna del “Fridays For Future” si battono per l’ambiente rivendicando azioni atte a prevenire il riscaldamento globale e il cambiamento climatico
  • non solo ragazzi, c’è il forte messaggio di Papa Francesco a tutti i potenti della terra con la “lettera enciclica Laudato si” che evidenzia come la nostra terra, maltrattata e saccheggiata, richieda una “conversione ecologica”, perché “l’ambiente è un dono collettivo, patrimonio di tutta l’umanità”.

Ecco, ciò che serve è diffondere la conoscenza di queste tematiche, riconoscere il ruolo della scienza, l’impegno delle persone che in modo scientifico affrontano i problemi e ci forniscono la chiave di lettura, gli strumenti per comprendere, le azioni che aiutano a gestire questa difficile transizione. Questo è il contributo che vorremmo dare con questa nostra iniziativa.

Il pericolo maggiore è che, sommersi dalla quotidianità e dalla nostra normalità, rischiamo di isolarci da ogni esposizione di idee nuove o lontane dal nostro modo di vedere il mondo, modificando così la nostra percezione della realtà.

Vivere dei giacimenti di combustibili, in primis carbone e petrolio, per oltre due secoli ci ha indotto erroneamente a immaginarci un futuro senza fine, dove tutto sarebbe stato possibile e il prezzo da pagare irrisorio. Abbiamo finito per credere di essere padroni assoluti del nostro destino e che la Terra esista perché noi possiamo sfruttarla, non abbiamo capito che qualunque cosa avvenga in questo fragile pianeta presenta un conto modificando lo stato di equilibrio esistente da millenni.

Fino ad un certo punto, tutto ha funzionato a dovere: da una parte l’anidride carbonica si liberava nell’atmosfera con le combustioni, dall’altra si fissava nelle piante attraverso la fotosintesi.    Per milioni di anni questo sistema ha funzionato come un orologio. Finché, in concomitanza con la rivoluzione industriale, la quantità di anidride carbonica immessa nell’atmosfera è diventata così enorme da non poter essere più interamente fissata dalle piante. Le piante che sono il motore della vita, attraverso la fotosintesi e grazie all’energia del sole, fissano l’anidride carbonica dell’atmosfera producendo ossigeno. Grazie a questo miracoloso processo la vita ha potuto diffondersi e prosperare.

Ma questo perfetto equilibrio stà per saltare e non solo in atmosfera. Secondo la maggior parte degli studi, molte delle principali risorse che sostengono il nostro modello economico e le nostre tecnologie sono ormai vicine al punto di esaurirsi. Il petrolio dovrebbe cominciare a diminuire entro il 2030, il rame verso il 2040, l’alluminio il 2050, il carbone il 2060, il ferro nel 2070.

Risorse limitate non possono sostenere una crescita illimitata. Quando si parla di crescita si intende crescita dei consumi. Il pianeta potrebbe ospitare una popolazione umana molto più numerosa di quanto non sia oggi, anche i 10 miliardi di persone che si prevedono per il 2050, potrebbe, appunto.  Ma soltanto qualora l’umanità cambiasse radicalmente stile di vita, riducendo drasticamente l’uso delle risorse non rinnovabili.  Ma purtroppo tutto sembra indicare una tendenza opposta.     Nei prossimi anni una percentuale crescente della popolazione terrestre aumenterà in misura significativa i propri consumi. Secondo la Banca mondiale entro vent’anni da oggi la classe media crescerà, dai quasi due miliardi di persone attuali, a un numero che ragionevolmente si collocherà intorno ai cinque miliardi.

Tre miliardi di persone in più che vorranno, legittimamente, consumare come abbiamo fatto noi.     Tre miliardi di persone che, consumando carne, acqua, carburanti, metalli e materie prime in generale, faranno salire i consumi delle risorse terrestri a picchi enormemente più elevati di quelli già insostenibili odierni.

Conseguenze del nostro vivere quotidiano

Se tutta la popolazione terrestre consumasse oggi, come consumano mediamente i cittadini degli Stati Uniti, servirebbero le risorse di cinque terre ogni anno. Se l’intera umanità consumasse risorse come noi italiani, ne servirebbero 2,6 mentre se gli abitanti del pianeta consumassero risorse allo stesso livello degli abitanti dell’India (1,4 miliardi di persone, per lo più vegetariani) le risorse sarebbero sufficienti per altri due miliardi di persone oltre alle quasi otto che già popolano questo pianeta.

Qualsiasi azione del nostro vivere quotidiano, dal trasporto al riscaldamento nelle abitazioni, dalle attività industriali alle attività commerciali, usano energia ricavata da petrolio, gas, carbone, legna, liberando nell’aria anidride carbonica e altri gas.  Tutte queste sostanze si accumulano nell’atmosfera (nei soli 10 km di aria sopra di noi che ci garantiscono la vita).  Ad esse si aggiungono poi le conseguenze derivanti da calamità naturali, o indotte dall’uomo quali incendi (nel recente passato vedi Amazzonia o Australia) che devastano intere aree verdi, generatori di ossigeno del pianeta.

L’anidride carbonica è il principale responsabile del cosiddetto “effetto serra” e quindi, dell’innalzamento della temperatura del pianeta. Questo aumento della temperatura sta provocando due effetti opposti: l’aumento della desertificazione che toglie vaste aree all’agricoltura e lo scioglimento di grandi quantità di ghiaccio, sia al polo nord che al polo sud, nonché in tutti i ghiacciai della terra, dal Kilimangiaro (sorgente di numerosi corsi d’acqua nella zona dell’Equatore dove il ghiacciaio sta praticamente scomparendo, si è ridotto dell’80 % dal 1912 ad oggi) ai ghiacciai delle nostre montagne, dando origine ad un lento e progressivo innalzamento delle acque che in tempi non lontani allagheranno ampie zone costiere del pianeta. Due fenomeni che daranno origine a massicce migrazioni: i Migranti climatici.

 sommità del Kilimangiaro    

ghiacciaio della Marmolada

Abbiamo chiamato quest’epoca l’Età del progresso.    Ora il conto è arrivato ed è il cambiamento climatico. Stiamo entrando in una nuova fase, dove dobbiamo imparare a convivere con l’incertezza, con fenomeni climatici sempre più estremi ma soprattutto una fase dove serve una presa di coscienza collettiva immediata della gravità del problema.

L’impegno dei Giovani “Fridays For Future” stanno mettendo i Governi di tutto il mondo di fronte alle proprie responsabilità; in questo momento storico, per salvare il futuro, è necessario agire tutti insieme al di là delle frontiere politiche.

Prima che sia troppo tardi, prima che l’Umanità precipiti verso un punto di non ritorno è indispensabile un  “NUOVO CORSO RISPETTOSO DELL’AMBIENTE”.

Nell’autunno di quest’anno l’Italia ospiterà la prima conferenza globale dei giovani sul clima (Youth Cop26); è l’occasione per far entrare i giovani nella stanza dei bottoni. Giovani di tutto il mondo verranno in Italia a discutere e verrà stilato un documento che sarà la dichiarazione base dei giovani per la Cop26 di Glasgow dal 9 al 19 novembre 2020.

Per prima cosa, a supporto dalla natura:                            

Difendiamo le foreste e copriamo di piante le nostre città.

Le piante hanno già dimostrato in passato di essere in grado di ridurre drasticamente la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera, possono farlo nuovamente, regalandoci una seconda possibilità. Per questo dovremmo coprire di piante qualsiasi superficie del pianeta in grado di poterle accogliere. Ma prima è necessario bloccare ogni ulteriore deforestazione. La difesa delle foreste dovrebbe diventare argomento di un trattato internazionale vincolante. E le città, che ospitano ormai il 50 % della popolazione mondiale, luoghi dove viene prodotta la maggior quantità di anidride carbonica, dovrebbero essere interamente coperte di piante. Non solo nei parchi, nei viali, ma in ogni luogo possibile, nelle terrazze, ovunque dove sia possibile far vivere una pianta.

E poi … COSA POSSIAMO ….e  DOBBIAMO FARE ?

E’ importante dire che non siamo all’anno zero.

L’Unione Europea ha intrapreso fin dal 2009 la strada verso un’economia verde a emissioni zero. Prima con obiettivo fissato (20-20-20) di raggiungere entro il 2020 il 20% dei consumi da energie rinnovabili, il 20% di aumento dell’efficienza energetica ed il 20% di riduzione di emissione di anidride carbonica. Ora l’UE ha fissato per il 2030 nuovi obiettivi, ancora più ambiziosi: almeno il 32% dei consumi da energie rinnovabili, un aumento almeno del 32,5% dell’efficienza energetica e la riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990) ed emissioni di carbonio pari a zero entro il 2050.

Secondo la scienza, queste sono le condizioni indispensabili per contenere l’aumento della temperatura entro 1,5 gradi centigradi nel 2050.

Dopo l’UE con i suoi 500 milioni di abitanti, anche la Repubblica popolare cinese, forte di quasi 1,4 miliardi di abitanti ha intrapreso la strada, con un ambizioso piano, della transizione verso un’era post carbonio. Al gruppo sembra finalmente che siano in procinto di unirsi anche gli Stati Uniti con i loro 330 milioni di abitanti.  Ora è indispensabile che questi tre attori principali dell’economia mondiale marcino in sincronia condividendo le migliori pratiche, standard e regolamenti e riescano a coinvolgere il resto dell’umanità. 

Il Sole, fonte della vita è la chiave per salvare l’Umanità.

L’energia catturata dal sole, dai pannelli fotovoltaici (il cui costo è molto diminuito negli ultimi anni) e immagazzinata in batterie di nuova generazione (anch’esse a costi molto più bassi) abbinate a pompe di calore, consentirà, a breve, di rendere le abitazioni completamente autosufficienti dal punto di vista energetico, compresa la sostituzione del tradizionale riscaldamento a gas con il riscaldamento elettrico.

Tutto questo grazie all’Unione Europea.  Sono stati gli obiettivi vincolanti imposti agli stati membri e le tariffe di incentivazione introdotte a stimolare un passaggio alle energie solari ed eolica, a indurre le imprese a migliorare le prestazioni delle due nuove tecnologie e la loro efficienza, riducendone drasticamente i costi.

Poi è stata la volta della Cina, e le sue aziende hanno apportato innovazioni in materia di efficienza e abbassato ulteriormente i costi di produzione di energia solare ed eolica. Ora la Cina è il principale produttore al mondo di tecnologie solare ed eolica, economica ed efficiente, ed ha iniziato ad esportare in tutti i mercati. Naturalmente la Cina ha applicato queste nuove tecnologie su larga scala anche nel suo mercato interno, accompagnando innumerevoli installazioni (es: lungo la via della seta) con la digitalizzazione della sua rete elettrica consentendo così alle aziende e alle comunità di produrre energia rinnovabile utilizzarla in proprio o rivenderla in rete.

Altre importanti innovazioni dell’energia ricavata dal sole, dopo il fotovoltaico ad alta efficienza, è la tecnologia energetica del solare a film sottile, che unita a batterie ad alta capacità consentono straordinarie applicazioni soprattutto nella mobilità elettrica. In Europa, la Norvegia ha già dichiarato che dal 2025 sarà vietata la vendita di auto con motore a combustione interna; ciò significa solo auto elettriche o a idrogeno o plug-in a bassa emissione. Si ritiene che nel 2025 l’auto elettrica costerà come l’auto tradizionale.

L’installazione del fotovoltaico potrebbe contribuire, in modo determinante, a ridurre i costi dell’energia se installato negli edifici (pubblici e privati) dove l’attività lavorativa si sviluppa nelle ore diurne quando la produzione di questa energia raggiunge il picco.

L’energia dal sole come strumento di democrazia e sviluppo: il sole splende ovunque

Circa 1,1 miliardi di persone non hanno ancora accesso all’elettricità, e per molti di più la disponibilità di elettricità è marginale e inaffidabile. La caduta dei costi degli impianti solari e dei sistemi di immagazzinamento consente già ora, ma lo sarà sempre più in un prossimo futuro, di portare l’elettricità in tutti i paesi in via di sviluppo.   L’accesso a un’elettricità verde prodotta a livello locale, dal sole, trasformerà ogni aspetto della società, dalla possibilità di attivare pozzi per l’acqua potabile, migliorando le condizioni di vita, alla creazione di piccole attività artigianali e industriali. L’impatto maggiore l’eserciterà sulla condizione della donna.  Grazie all’elettricità le ragazze potranno trovare il tempo per proseguire gli studi, cercare impieghi nell’economia elettrificata emergente, raggiungere un certo grado di economia indipendente che avrà, come successo in tutte le società sviluppate, una ricaduta sulla diminuzione del tasso di natalità (oggi molto elevato in alcuni paesi dell’Africa subsahariana).            

Dal solare domestico, piccolo è bello, ad un sistema cooperativo integrato

Oggi, in Germania, quasi il 25 % di tutta l’elettricità consumata nel paese proviene da impianti solari ed eolici e gran parte di questa energia verde è prodotta da piccole cooperative.

La Germania ha annunciato, nel 2019, che intende realizzare, entro il 2025, una rete di trasmissione elettrica nazionale intelligente all’avanguardia in modo da gestire l’incremento della produzione solare ed eolica derivante dalla crescente moltitudine di microreti che operano nelle comunità sparse in tutto il paese.

Piccoli operatori agricoli, piccole e medie imprese, associazioni di quartiere, hanno costituito cooperative elettriche, contratto prestiti bancari e installato sulle loro terre tecnologie per la produzione di energia solare ed eolica, per utilizzare parte dell’elettricità verde fuori rete e vendere l’eccedenza alla rete. Se qualche regione più fortunata si troverà a disporre, in questo o quel momento o periodo del giorno, della settimana, del mese, o in questa o quella stagione dell’anno, di grandi quantità di energia solare ed eolica, il surplus di elettricità potrà essere accumulato e in seguito condiviso con altre regioni.

Questa è la strada da percorrere, anche in Italia.

Risorse umane e finanziarie

Per procedere spediti verso questo nuovo modello di sviluppo, rispettoso dell’ambiente e indispensabile per assicurare un futuro vivibile alle nuove generazioni, è necessario:

  • indirizzare le professionalità della forza lavoro del XXI secolo verso queste nuove tecnologie sostenendo la formazione, con borse di studio, stage, ricerca ….
  • importanti decisioni a livello politico, una programmazione Italia, a medio periodo, che vada oltre la fragilità e la durata dei Governi
  • reperire risorse sia disincentivando le attività ad alta emissione di anidride carbonica sia da una attenta analisi delle voci di spesa e di investimento   
  • recuperare solo la metà della metà dell’evasione fiscale (oggi stimata 100 miliardi) significa avere disponibili 25 miliardi di investimento in più ogni anno. Chi evade fa aumentare le tasse a tutti gli altri e soprattutto toglie i servizi essenziali a chi ne ha più bisogno.

Altra possibile fonte, per reperire investimenti, potrebbe derivare da una revisione della tassazione sui redditi più alti, applicando, per esempio, per la parte sopra i 100.000 euro, un prelievo aggiuntivo del 10 % (più che sostenibile) – Art. 53 della Costituzione: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”    

Comportamenti quotidiani a sostegno della natura

  • mettere in pratica forme di risparmio energetico
    • moderare il riscaldamento dei locali
    • installare elettrodomestici a basso consumo
    • installare lampade a basso consumo
    • installare se possibile impianto fotovoltaico per produzione di energia
    • installare se possibile pompa di calore per acqua calda da fotovoltaico
  • ciclo dell’acqua
    • usare acqua di rubinetto o da distributori   
    • attuare un uso attento dell’acqua (con recupero acqua piovana per orto)
  • mobilità sostenibile
    • preferire il cammino quotidiano o con bicicletta
    • nella scelta dei mezzi scegliere mezzi a bassa emissione e là, dove è possibile, usare i mezzi pubblici
  • ridurre il consumo di carne

Comportamenti quotidiani a sostegno della natura

  • ciclo dei rifiuti
    • ridurre la produzione di rifiuti (preferire confezioni multiple)
    • limitare l’acquisto di prodotti “usa e getta”
    • non utilizzare sacchetti di plastica o riutilizzarli evitando di gettarli dopo il primo utilizzo
    • usare prodotti locali a filiera corta (rifornirsi con contenitori dove possibile)
    • attuare la raccolta differenziata spinta per un riciclo di qualità

la raccolta differenziata inizia in casa, separando i rifiuti secondo le loro caratteristiche (carta, vetro, lattine, umido ecc.) e conferendo i diversi materiali negli appositi contenitori in modo da permetterne il riutilizzo e trasformando così i rifiuti in risorsa.

Es: per produrre una tonnellata di carta, in modo tradizionale, servono in media 15 alberi, circa 45.000 litri d’acqua e tanta energia elettrica.  Per produrre la stessa quantità di carta riciclata non si tagliano alberi, si utilizzano circa 1.800 litri d’acqua e meno della metà di energia elettrica.

Lo stesso vale per il vetro, le lattine; possono essere riciclati all’infinito con un risparmio di una pari quantità di materia prima e di molta energia elettrica. Dalla plastica si possono ricavare accessori vari per auto ed elementi per arredo urbano, ad esempio panchine

essere di esempio con il proprio agire

Dalle Energie rinnovabili la chiave per un futuro migliore

Gli investimenti su energie rinnovabili, solare, eolico, …… oltre ad avviare un importante processo interno che renda più sicuro l’approvvigionamento energetico (riducendo la dipendenza dalle importazioni di energia) consentono, su più ampia scala, di immaginare un futuro:

  • che crei nuove opportunità di crescita e posti di lavoro
  • che assicuri energia a prezzi accessibili a tutti i consumatori
  • un Medioriente luogo di pace anziché luoghi di conflitto (spesso generati dalla presenza di giacimenti petroliferi)

Le fonti di energia rinnovabile non prevedono alcun processo di combustione e pertanto sono prive di emissioni nocive per l’ambiente e per il clima.

A fronte della vera emergenza per le generazioni future,il Cambiamento climatico”, l’uomo si distrae, pensa all’onnipotenza, continua con ottusità a spendere ingenti risorse in guerre, fonti di odio, distruzioni ambientali e di vite umane.

Basterebbe dirottare queste risorse “da strumenti di guerra a strumenti di Pace” per risolvere i problemi dell’Umanità.    

Nota: il presente articolo trae informazioni da: “Un green new deal globale” di Jeremy Rifkin, “La Nazione delle piante” di Stefano Mancuso, fonti della Commissione Europea e note serata del 6 dicembre 2019.

con la collaborazione del “Gruppo di lavoro”  della Lista  “Vivere Calvene”

Bilancio 2021

Consiglio comunale del 29 dicembre 2020 – intervento sul Bilancio di previsione 2021

Nell’ultimo Consiglio comunale è stato votato all’unanimità un ordine del giorno, proposto dalla minoranza, sull’EMERGENZA Covid-19.  Il documento conteneva un punto molto importante che, di fronte all’emergenza, voleva costruire un ponte nei rapporti tra maggioranza e minoranza. Si chiedeva di “istituire incontri periodici con i capigruppo”. Sono passati ormai tre mesi dall’8 ottobre e non è stato promosso nessun incontro.  Votando SI all’ordine del giorno, era stato assunto un impegno, che non è stato onorato. Questo, è un fatto molto grave.   

Parliamo del Bilancio di Previsione 2021 segnalando i principali scostamenti rispetto al 2020 e alcune Voci da monitorare, a nostro avviso, particolarmente.

– Entrate:

  • al “Tit. 1 entrate correnti di natura tributaria” maggiori entrate di 27.000 euro; si passa infatti dai 392.000 euro del 2020 a 419.000 euro nel 2021.  Di questi 27.000 euro:
    • 21.000 derivano dall’IMU, l’aumento stabilito dalla D.C. n.14 del 29 luglio scorso parlava di un incremento dal 4 al 5% pari a circa 8.000 euro non 21.000; è opportuna una verifica di questa voce, come merita attenzione l’incremento delle entrate di 6.000 euro previste dalla tassa rifiuti, un aumento che non si giustifica, a tariffe invariate.
  • al Tit. 3 entrate extra-tributarie:
  • nella voce vendita energia è iscritta una maggiore entrata di 6.000 euro, che passa quindi dai 37.500 euro del 2020 ai 43.500 euro del 2021. Nel 2021 le entrate derivanti da Fotovoltaico saranno determinanti per il bilancio; a fronte di una spesa per quota ammortamento mutuo e interessi pari a 22.200 euro, le entrate iscritte a Bilancio alla Voce “vendita di energia” sono 43.500 euro, un saldo positivo di 21.000 euro
  • nel capitolo “proventi legname”, a seguito dei danni causati dalla tempesta Vaia, nel 2020 sono stati venduti schianti per 47.000 euro contro i 5.000 euro medi degli anni precedenti; nel 2021 sono nuovamente iscritte vendite per 5.000 euro con una minore entrata nel 2021 rispetto al 2020 di 42.000 euro
  • “alienazione immobili comunali” per 88.000 euro, è una procedura da seguire con particolare attenzione visto l’esito del 2020 (voce già segnalata lo scorso anno).

Parte Spese – Titolo  1 spese correnti :

  • Minori spese per acquisto beni di consumo per uffici, acquisto servizi, manutenzioni, prestazioni di servizi, per 35.000 euro; (è un obiettivo che richiederà un costante controllo).
  • Gestione rifiuti: come ribadito lo scorso anno, servono interventi urgenti di sensibilizzazione per migliorare la raccolta differenziata, altrimenti le risorse stanziate nel 2021, i 105.000 euro, non saranno sufficienti;
  • Gestione emergenza Coronavirus: non risultano iscritte a Bilancio spese per Emergenza Coronavirus; un argomento, questo, che abbiamo riproposto più volte e che merita, a nostro avviso, maggiore attenzione, urgenza e accantonamento di risorse in un Fondo di solidarietà.  Ci sono persone bisognose, che in questo periodo, sono ancora più “invisibili” e quelle sole, ancora più sole; ansia e paura ci accompagnano ogni giorno e, a tutto questo, si aggiungono le difficoltà delle persone che hanno avuto o potranno avere problemi di lavoro.                                In questo contesto diventa più che mai urgente:  
  • promuovere una campagna di sensibilizzazione, di rispetto delle regole per combattere il diffondersi dell’epidemia, con manifesti da affiggere nei luoghi pubblici, nelle bacheche, nei bar, negozi, parrucchiere, ovunque si concentrino persone, con una scritta chiara, evidente, di impatto, tipo:” Comune di Calvene –  il Consiglio comunale all’unanimità – visto il continuo aggravarsi della pandemia – invita tutti i cittadini al massimo rispetto delle regole e a sottoporsi, appena disponibile, alla vaccinazione”;
  • mettere in campo una “rete attiva” per dare supporto alle fragilità, economiche e sociali;
  • rafforzare gli strumenti di informazione su Telegram, con comunicazioni sistematiche;
  • e appena possibile, per il rispetto del paziente e della sua privacy, installare una doppia porta, con doppio vetro, nell’Ambulatorio medico.

Titolo 2 – Spese in conto capitale: oltre agli 88.000 euro previsti per manutenzione strade (disponibili se va a buon fine la vendita del terreno), sono iscritti a bilancio 50.000 euro, quale contributo dello Stato in base alla legge 160 del 27 dicembre 2019 – art. 1 comma 29 che prevede che per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024 saranno assegnati, al Comune di Calvene, 50.000 euro anno per le seguenti finalità:

  • efficientamento energetico, ivi compresi interventi volti all’efficientamento

dell’illuminazione pubblica, al risparmio energetico degli edifici di proprietà pubblica e di edilizia residenziale pubblica, nonché all’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili;

  • sviluppo territoriale sostenibile, ivi compresi interventi in materia di mobilità sostenibile nonché interventi per l’adeguamento e la messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l’abbattimento delle barriere architettoniche;

E’ auspicabile che i 50.000 euro del 2021 non siano usati, come successo nel 2020, per interventi di manutenzione ordinaria, ma bensì per le finalità previste nella legge. 

A seguire, alcune proposte per investimenti nel settore del risparmio energetico, in grado di generare un ciclo virtuoso:  

  • installare un impianto Fotovoltaico da 10 KW su stabili comunali e tramite il servizio “scambio sul posto” utilizzare l’energia prodotta dall’impianto, anziché prelevarla dalla rete, riducendo così la bolletta pagata dal Comune all’Enel. Le attività degli uffici del Comune si svolgono durante il giorno, periodo in cui l’impianto fotovoltaico produce energia elettrica che può essere usata per il funzionamento dei Computer, delle attrezzature, dell’illuminazione e magari, in un prossimo futuro, ricaricare le batterie delle auto elettriche degli Insegnanti e dei dipendenti del Comune o del Parcheggio, attivando così una mobilità elettrica alimentata dal sole.
  • Sostituire il parco illuminazione degli edifici comunali e scolastici con lampade di nuova tecnologia in grado di ridurre i consumi di energia elettrica

per completare l’informazione, lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici non costituisce alcuna ipoteca per le generazioni future.  I pannelli fotovoltaici sono considerati prodotti RAEE, materiale elettrico con raggruppamento R4, che, a fine vita, vanno conferiti:  

  • in Ecocentro, a costo zero, per gli impianti domestici fino a 10kw, (impianto per tre utenze)
  • negli impianti di trattamento autorizzati, per gli impianti industriali; in questo caso il costo è di 10 euro il pannello.

In alternativa agli investimenti nel settore del risparmio energetico suggeriamo di usare i 50.000 euro per investimenti nel settore della sicurezza dei cittadini e del territorio (proposte da noi avanzate più volte), nonché per la sicurezza degli edifici pubblici.

Un’ultima considerazione va fatta sui mutui.

Segnaliamo due fatti: il primo, che i tassi di interessi sui mutui non sono mai stati così vantaggiosi, c’è la possibilità di accedere a mutui ad un tasso di interesse dello 0,52 % per mutui a 10 anni e 1,13 % per mutui a 20 anni; il secondo fatto, a nostro avviso incauto, è stato quello di aver finanziato gli 88.000 euro per la realizzazione dell’innesto sulla Provinciale, con l’Avanzo di amministrazione anziché con l’accensione di un mutuo.

L’utilizzo degli 88.000 euro ha ridotto la quota di avanzo, usualmente accantonato per gli imprevisti che possono capitare nel corso dell’anno, a soli 6.000 euro disponibili per il Bilancio 2021.          

Il Gruppo consiliare “Vivere Calvene”, in tutti gli interventi di stasera, ha confermato la sua linea:  una linea di osservazioni e proposte, in nome della trasparenza amministrativa.

Gruppo Consiliare Vivere Calvene

Internet – l’aspetto oscuro della rete

Internet è diventato essenziale per avere una vita sociale, ma internet nasconde tante insidie: bugie, disinformazione sistematica, tuttologi da tastiera che scaricano in rete violenza, odio, fake news.

I social media rappresentano una nuova era in quanto rendono molto più intenso e invadente il processo di confronto sociale, soprattutto per i più giovani, che sono “quasi sempre online”, in un periodo importantissimo della loro vita nel quale si stà formando l’identità personale, l’espressione, la morale.

Diventa pertanto urgente una revisione, una normativa a tutela dei cittadini, sulle modalità con cui viene trattata l’informazione in rete. Se il nostro futuro è digitale, spetta anche a noi pretendere delle regole che ci proteggano.

Mentre l’industria tradizionale trasforma le materie prime in prodotti, nel mondo digitale qualcuno si impadronisce dei nostri dati comportamentali e ci guadagna. Come? … La tecnologia informatica è ormai ovunque, e lo sarà sempre di più. La maggior parte delle APP per smartphone richiedono il nostro posizionamento anche quando non è necessario al servizio che offrono, semplicemente perché è estremamente remunerativo saperlo, a beneficio delle aziende di marketing.  Un modo per catturare i nostri spostamenti, i nostri comportamenti.

Facebook monitorando post, immagini, interazioni e navigazione, può capire quando una persona si sente stressata, ansiosa, nervosa, stupita, contenta; l’intelligenza delle macchine processa tutti i nostri dati comportamentali creando prodotti predittivi, pensati per intuire cosa sentiremo, penseremo e faremo ora e in un futuro prossimo.

Queste operazioni mettono in pericolo il diritto di agire liberamente; sono forze esterne che operano al di fuori della nostra consapevolezza in grado di influenzare, modificare e condizionare il nostro comportamento. Le persone usate come oggetto di ricerca.

Siamo davanti a un bivio. Da una parte ci serviamo del digitale per una informazione che contribuisca davvero a migliorare la vita e che sia compatibile con un ordine sociale democratico, dall’altra il digitale può diventare a servizio del potere sia pubblico che privato.                                                   

A seguire i due esempi: il primo, del digitale strumento di potere gestito da un Governo; il secondo, il digitale strumento di potere in mano a privati.

Un governo stà sviluppando un sistema di “credito sociale”. Lo scopo è fare leva sui dati personali per migliorare il comportamento dei cittadini.  L’obiettivo è fare in modo che ogni cittadino lasci una scia di dati, rintracciabili, partendo dalle impronte digitali, dalla lettura facciale e da altre caratteristiche biometriche. Il sistema traccia i comportamenti “buoni” e “cattivi” in una serie di attività sociali e finanziarie, assegnando automaticamente ricompense e punizioni per formare un comportamento volto alla “costruzione della sincerità” nella vita economica, sociale e politica.

Il digitale in mano a privati: l’umanità si è dapprima organizzata in tribù, poi in città e in seguito in nazioni, ora la fase successiva possibile dell’evoluzione sociale, secondo i guru dei social, sarà la “comunità globale”, (es: Facebook).  La “comunità globale” interconnessa che fornirà informazioni e ne supervisionerà gli obiettivi.

Vogliamo veramente andare in questa direzione?

Già oggi ne vediamo conseguenze e deviazioni nel comportamento dei giovanissimi e non solo. Gli smartphone sono strumenti in grado di creare le condizioni di “non distogliere mai lo sguardo”, in forma di like, condivisione, commenti e ogni nostro agire lascia dietro di sè una scia di informazioni.

Dal manuale “il Capitalismo della sorveglianza” di Shoshana Zuboff : “Quando parlo ai miei figli o a un pubblico giovane, cerco di renderli consapevoli con queste parole “un tempo la parola “ricerca” significava avventura alla scoperta di sé stessi ora non è giusto che la nostra voglia di connessione, empatia e informazione venga sfruttata per terzi fini. Non è giusto che ogni nostro movimento, ogni emozione, parola e desiderio siano catalogati, manipolati e poi indirizzati verso un futuro già deciso per far guadagnare qualcuno.”

La conclusione della ricerca scientifica è molto drastica: l’uso esasperato dei social non produce benessere…. “chi usa i social media in modo ossessivo dovrebbe smettere e concentrarsi maggiormente sui rapporti nel mondo reale”.

La prossima emergenza di cui nessuno parla – dopo la pandemia – sarà la cybersecurity.                    Durante la riunione dei ministri della difesa dell’Unione Europa, un ragazzo è riuscito a collegarsi, entrare in riunione e bloccare l’intervento del ministro finlandese. Ma se uno può entrare tranquillamente nelle supersegrete riunioni online dei ministri della Difesa vi immaginate che cosa può accadere in un mondo che ormai è governato dall’intelligenza artificiale, internet delle cose, la manifattura 4.0 e la rivoluzione digitale? Si parla ancora poco di cybersecurity; è indispensabile prepararsi per tempo perché, altrimenti, la mancanza di sicurezza digitale sarà un danno per tutta la nostra comunità forse persino più grave della pandemia.

Powered by WordPress & Tema di Anders Norén