Cambiamenti climatici e non solo….. Azioni
a cura del Gruppo Consiliare “Vivere Calvene” Febbraio 2020

Il simbolo della Lista “Vivere Calvene” racchiude nel nome e nella grafica il nostro impegno per l’Ambiente. Acqua, terra, cielo, germoglio: un insieme di elementi che danno origine, in equilibrio perfetto, alla vita.
Questo tema “Ambiente, cambiamenti climatici, conseguenze, azioni da intraprendere”, sempre più attuale, sarà motore delle nostre azioni. Abbiamo già avuto un interessante prologo nella serata, molto partecipata, del 6 dicembre 2019.
Iniziamo il nostro racconto con alcune foto spettacolari:

La vigilia di Natale di 52 anni fa (24 dicembre 1968) la missione Apollo 8 portava, per la prima volta, un equipaggio umano in orbita attorno alla Luna. Willian Anders, Frank Borman e James Lowell furono i primi a poter osservare lo spettacolo dell’alba della Terra vista dalla Luna. La foto chiamata da Anders “Earthrise” “il sorgere della Terra” ci rilevò un pianeta di maestosa bellezza, ma anche fragile e delicato. Una colorata isola di vita in un universo per il resto vuoto e buio.
Una casa fragile, limitata da uno strato superficiale che va da 10.000 metri sotto il livello del mare a 10.000 metri al di sopra di esso; solo 20 km che racchiudono l’unico luogo dell’universo, ad oggi conosciuto, all’interno del quale esiste la vita.
E’ vero, lo sentiamo ripetere ormai quasi tutti i giorni, è in atto un cambiamento climatico, ma forse la percezione di dove stiamo andando non è ancora così forte come dovrebbe essere.
Il pianeta si trova di fronte a profondi mutamenti climatici e in assenza di azioni concrete per invertire tale percorso, entro pochi anni ci si potrebbe trovare di fronte ad un punto di non ritorno:
- milioni di ragazzi nel mondo all’insegna del “Fridays For Future” si battono per l’ambiente rivendicando azioni atte a prevenire il riscaldamento globale e il cambiamento climatico
- non solo ragazzi, c’è il forte messaggio di Papa Francesco a tutti i potenti della terra con la “lettera enciclica Laudato si” che evidenzia come la nostra terra, maltrattata e saccheggiata, richieda una “conversione ecologica”, perché “l’ambiente è un dono collettivo, patrimonio di tutta l’umanità”.
Ecco, ciò che serve è diffondere la conoscenza di queste tematiche, riconoscere il ruolo della scienza, l’impegno delle persone che in modo scientifico affrontano i problemi e ci forniscono la chiave di lettura, gli strumenti per comprendere, le azioni che aiutano a gestire questa difficile transizione. Questo è il contributo che vorremmo dare con questa nostra iniziativa.
Il pericolo maggiore è che, sommersi dalla quotidianità e dalla nostra normalità, rischiamo di isolarci da ogni esposizione di idee nuove o lontane dal nostro modo di vedere il mondo, modificando così la nostra percezione della realtà.
Vivere dei giacimenti di combustibili, in primis carbone e petrolio, per oltre due secoli ci ha indotto erroneamente a immaginarci un futuro senza fine, dove tutto sarebbe stato possibile e il prezzo da pagare irrisorio. Abbiamo finito per credere di essere padroni assoluti del nostro destino e che la Terra esista perché noi possiamo sfruttarla, non abbiamo capito che qualunque cosa avvenga in questo fragile pianeta presenta un conto modificando lo stato di equilibrio esistente da millenni.
Fino ad un certo punto, tutto ha funzionato a dovere: da una parte l’anidride carbonica si liberava nell’atmosfera con le combustioni, dall’altra si fissava nelle piante attraverso la fotosintesi. Per milioni di anni questo sistema ha funzionato come un orologio. Finché, in concomitanza con la rivoluzione industriale, la quantità di anidride carbonica immessa nell’atmosfera è diventata così enorme da non poter essere più interamente fissata dalle piante. Le piante che sono il motore della vita, attraverso la fotosintesi e grazie all’energia del sole, fissano l’anidride carbonica dell’atmosfera producendo ossigeno. Grazie a questo miracoloso processo la vita ha potuto diffondersi e prosperare.

Ma questo perfetto equilibrio stà per saltare e non solo in atmosfera. Secondo la maggior parte degli studi, molte delle principali risorse che sostengono il nostro modello economico e le nostre tecnologie sono ormai vicine al punto di esaurirsi. Il petrolio dovrebbe cominciare a diminuire entro il 2030, il rame verso il 2040, l’alluminio il 2050, il carbone il 2060, il ferro nel 2070.
Risorse limitate non possono sostenere una crescita illimitata. Quando si parla di crescita si intende crescita dei consumi. Il pianeta potrebbe ospitare una popolazione umana molto più numerosa di quanto non sia oggi, anche i 10 miliardi di persone che si prevedono per il 2050, potrebbe, appunto. Ma soltanto qualora l’umanità cambiasse radicalmente stile di vita, riducendo drasticamente l’uso delle risorse non rinnovabili. Ma purtroppo tutto sembra indicare una tendenza opposta. Nei prossimi anni una percentuale crescente della popolazione terrestre aumenterà in misura significativa i propri consumi. Secondo la Banca mondiale entro vent’anni da oggi la classe media crescerà, dai quasi due miliardi di persone attuali, a un numero che ragionevolmente si collocherà intorno ai cinque miliardi.
Tre miliardi di persone in più che vorranno, legittimamente, consumare come abbiamo fatto noi. Tre miliardi di persone che, consumando carne, acqua, carburanti, metalli e materie prime in generale, faranno salire i consumi delle risorse terrestri a picchi enormemente più elevati di quelli già insostenibili odierni.
Conseguenze del nostro vivere quotidiano
Se tutta la popolazione terrestre consumasse oggi, come consumano mediamente i cittadini degli Stati Uniti, servirebbero le risorse di cinque terre ogni anno. Se l’intera umanità consumasse risorse come noi italiani, ne servirebbero 2,6 mentre se gli abitanti del pianeta consumassero risorse allo stesso livello degli abitanti dell’India (1,4 miliardi di persone, per lo più vegetariani) le risorse sarebbero sufficienti per altri due miliardi di persone oltre alle quasi otto che già popolano questo pianeta.
Qualsiasi azione del nostro vivere quotidiano, dal trasporto al riscaldamento nelle abitazioni, dalle attività industriali alle attività commerciali, usano energia ricavata da petrolio, gas, carbone, legna, liberando nell’aria anidride carbonica e altri gas. Tutte queste sostanze si accumulano nell’atmosfera (nei soli 10 km di aria sopra di noi che ci garantiscono la vita). Ad esse si aggiungono poi le conseguenze derivanti da calamità naturali, o indotte dall’uomo quali incendi (nel recente passato vedi Amazzonia o Australia) che devastano intere aree verdi, generatori di ossigeno del pianeta.
L’anidride carbonica è il principale responsabile del cosiddetto “effetto serra” e quindi, dell’innalzamento della temperatura del pianeta. Questo aumento della temperatura sta provocando due effetti opposti: l’aumento della desertificazione che toglie vaste aree all’agricoltura e lo scioglimento di grandi quantità di ghiaccio, sia al polo nord che al polo sud, nonché in tutti i ghiacciai della terra, dal Kilimangiaro (sorgente di numerosi corsi d’acqua nella zona dell’Equatore dove il ghiacciaio sta praticamente scomparendo, si è ridotto dell’80 % dal 1912 ad oggi) ai ghiacciai delle nostre montagne, dando origine ad un lento e progressivo innalzamento delle acque che in tempi non lontani allagheranno ampie zone costiere del pianeta. Due fenomeni che daranno origine a massicce migrazioni: i Migranti climatici.

sommità del Kilimangiaro

ghiacciaio della Marmolada
Abbiamo chiamato quest’epoca l’Età del progresso. Ora il conto è arrivato ed è il cambiamento climatico. Stiamo entrando in una nuova fase, dove dobbiamo imparare a convivere con l’incertezza, con fenomeni climatici sempre più estremi ma soprattutto una fase dove serve una presa di coscienza collettiva immediata della gravità del problema.
L’impegno dei Giovani “Fridays For Future” stanno mettendo i Governi di tutto il mondo di fronte alle proprie responsabilità; in questo momento storico, per salvare il futuro, è necessario agire tutti insieme al di là delle frontiere politiche.
Prima che sia troppo tardi, prima che l’Umanità precipiti verso un punto di non ritorno è indispensabile un “NUOVO CORSO RISPETTOSO DELL’AMBIENTE”.

Nell’autunno di quest’anno l’Italia ospiterà la prima conferenza globale dei giovani sul clima (Youth Cop26); è l’occasione per far entrare i giovani nella stanza dei bottoni. Giovani di tutto il mondo verranno in Italia a discutere e verrà stilato un documento che sarà la dichiarazione base dei giovani per la Cop26 di Glasgow dal 9 al 19 novembre 2020.
Per prima cosa, a supporto dalla natura:
Difendiamo le foreste e copriamo di piante le nostre città.
Le piante hanno già dimostrato in passato di essere in grado di ridurre drasticamente la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera, possono farlo nuovamente, regalandoci una seconda possibilità. Per questo dovremmo coprire di piante qualsiasi superficie del pianeta in grado di poterle accogliere. Ma prima è necessario bloccare ogni ulteriore deforestazione. La difesa delle foreste dovrebbe diventare argomento di un trattato internazionale vincolante. E le città, che ospitano ormai il 50 % della popolazione mondiale, luoghi dove viene prodotta la maggior quantità di anidride carbonica, dovrebbero essere interamente coperte di piante. Non solo nei parchi, nei viali, ma in ogni luogo possibile, nelle terrazze, ovunque dove sia possibile far vivere una pianta.

E poi … COSA POSSIAMO ….e DOBBIAMO FARE ?
E’ importante dire che non siamo all’anno zero.
L’Unione Europea ha intrapreso fin dal 2009 la strada verso un’economia verde a emissioni zero. Prima con obiettivo fissato (20-20-20) di raggiungere entro il 2020 il 20% dei consumi da energie rinnovabili, il 20% di aumento dell’efficienza energetica ed il 20% di riduzione di emissione di anidride carbonica. Ora l’UE ha fissato per il 2030 nuovi obiettivi, ancora più ambiziosi: almeno il 32% dei consumi da energie rinnovabili, un aumento almeno del 32,5% dell’efficienza energetica e la riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990) ed emissioni di carbonio pari a zero entro il 2050.
Secondo la scienza, queste sono le condizioni indispensabili per contenere l’aumento della temperatura entro 1,5 gradi centigradi nel 2050.
Dopo l’UE con i suoi 500 milioni di abitanti, anche la Repubblica popolare cinese, forte di quasi 1,4 miliardi di abitanti ha intrapreso la strada, con un ambizioso piano, della transizione verso un’era post carbonio. Al gruppo sembra finalmente che siano in procinto di unirsi anche gli Stati Uniti con i loro 330 milioni di abitanti. Ora è indispensabile che questi tre attori principali dell’economia mondiale marcino in sincronia condividendo le migliori pratiche, standard e regolamenti e riescano a coinvolgere il resto dell’umanità.
Il Sole, fonte della vita è la chiave per salvare l’Umanità.
L’energia catturata dal sole, dai pannelli fotovoltaici (il cui costo è molto diminuito negli ultimi anni) e immagazzinata in batterie di nuova generazione (anch’esse a costi molto più bassi) abbinate a pompe di calore, consentirà, a breve, di rendere le abitazioni completamente autosufficienti dal punto di vista energetico, compresa la sostituzione del tradizionale riscaldamento a gas con il riscaldamento elettrico.
Tutto questo grazie all’Unione Europea. Sono stati gli obiettivi vincolanti imposti agli stati membri e le tariffe di incentivazione introdotte a stimolare un passaggio alle energie solari ed eolica, a indurre le imprese a migliorare le prestazioni delle due nuove tecnologie e la loro efficienza, riducendone drasticamente i costi.
Poi è stata la volta della Cina, e le sue aziende hanno apportato innovazioni in materia di efficienza e abbassato ulteriormente i costi di produzione di energia solare ed eolica. Ora la Cina è il principale produttore al mondo di tecnologie solare ed eolica, economica ed efficiente, ed ha iniziato ad esportare in tutti i mercati. Naturalmente la Cina ha applicato queste nuove tecnologie su larga scala anche nel suo mercato interno, accompagnando innumerevoli installazioni (es: lungo la via della seta) con la digitalizzazione della sua rete elettrica consentendo così alle aziende e alle comunità di produrre energia rinnovabile utilizzarla in proprio o rivenderla in rete.
Altre importanti innovazioni dell’energia ricavata dal sole, dopo il fotovoltaico ad alta efficienza, è la tecnologia energetica del solare a film sottile, che unita a batterie ad alta capacità consentono straordinarie applicazioni soprattutto nella mobilità elettrica. In Europa, la Norvegia ha già dichiarato che dal 2025 sarà vietata la vendita di auto con motore a combustione interna; ciò significa solo auto elettriche o a idrogeno o plug-in a bassa emissione. Si ritiene che nel 2025 l’auto elettrica costerà come l’auto tradizionale.
L’installazione del fotovoltaico potrebbe contribuire, in modo determinante, a ridurre i costi dell’energia se installato negli edifici (pubblici e privati) dove l’attività lavorativa si sviluppa nelle ore diurne quando la produzione di questa energia raggiunge il picco.

L’energia dal sole come strumento di democrazia e sviluppo: il sole splende ovunque
Circa 1,1 miliardi di persone non hanno ancora accesso all’elettricità, e per molti di più la disponibilità di elettricità è marginale e inaffidabile. La caduta dei costi degli impianti solari e dei sistemi di immagazzinamento consente già ora, ma lo sarà sempre più in un prossimo futuro, di portare l’elettricità in tutti i paesi in via di sviluppo. L’accesso a un’elettricità verde prodotta a livello locale, dal sole, trasformerà ogni aspetto della società, dalla possibilità di attivare pozzi per l’acqua potabile, migliorando le condizioni di vita, alla creazione di piccole attività artigianali e industriali. L’impatto maggiore l’eserciterà sulla condizione della donna. Grazie all’elettricità le ragazze potranno trovare il tempo per proseguire gli studi, cercare impieghi nell’economia elettrificata emergente, raggiungere un certo grado di economia indipendente che avrà, come successo in tutte le società sviluppate, una ricaduta sulla diminuzione del tasso di natalità (oggi molto elevato in alcuni paesi dell’Africa subsahariana).

Dal solare domestico, piccolo è bello, ad un sistema cooperativo integrato
Oggi, in Germania, quasi il 25 % di tutta l’elettricità consumata nel paese proviene da impianti solari ed eolici e gran parte di questa energia verde è prodotta da piccole cooperative.
La Germania ha annunciato, nel 2019, che intende realizzare, entro il 2025, una rete di trasmissione elettrica nazionale intelligente all’avanguardia in modo da gestire l’incremento della produzione solare ed eolica derivante dalla crescente moltitudine di microreti che operano nelle comunità sparse in tutto il paese.
Piccoli operatori agricoli, piccole e medie imprese, associazioni di quartiere, hanno costituito cooperative elettriche, contratto prestiti bancari e installato sulle loro terre tecnologie per la produzione di energia solare ed eolica, per utilizzare parte dell’elettricità verde fuori rete e vendere l’eccedenza alla rete. Se qualche regione più fortunata si troverà a disporre, in questo o quel momento o periodo del giorno, della settimana, del mese, o in questa o quella stagione dell’anno, di grandi quantità di energia solare ed eolica, il surplus di elettricità potrà essere accumulato e in seguito condiviso con altre regioni.
Questa è la strada da percorrere, anche in Italia.
Risorse umane e finanziarie
Per procedere spediti verso questo nuovo modello di sviluppo, rispettoso dell’ambiente e indispensabile per assicurare un futuro vivibile alle nuove generazioni, è necessario:
- indirizzare le professionalità della forza lavoro del XXI secolo verso queste nuove tecnologie sostenendo la formazione, con borse di studio, stage, ricerca ….
- importanti decisioni a livello politico, una programmazione Italia, a medio periodo, che vada oltre la fragilità e la durata dei Governi
- reperire risorse sia disincentivando le attività ad alta emissione di anidride carbonica sia da una attenta analisi delle voci di spesa e di investimento
- recuperare solo la metà della metà dell’evasione fiscale (oggi stimata 100 miliardi) significa avere disponibili 25 miliardi di investimento in più ogni anno. Chi evade fa aumentare le tasse a tutti gli altri e soprattutto toglie i servizi essenziali a chi ne ha più bisogno.
Altra possibile fonte, per reperire investimenti, potrebbe derivare da una revisione della tassazione sui redditi più alti, applicando, per esempio, per la parte sopra i 100.000 euro, un prelievo aggiuntivo del 10 % (più che sostenibile) – Art. 53 della Costituzione: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”
Comportamenti quotidiani a sostegno della natura
- mettere in pratica forme di risparmio energetico
- moderare il riscaldamento dei locali
- installare elettrodomestici a basso consumo
- installare lampade a basso consumo
- installare se possibile impianto fotovoltaico per produzione di energia
- installare se possibile pompa di calore per acqua calda da fotovoltaico
- ciclo dell’acqua
- usare acqua di rubinetto o da distributori
- attuare un uso attento dell’acqua (con recupero acqua piovana per orto)
- mobilità sostenibile
- preferire il cammino quotidiano o con bicicletta
- nella scelta dei mezzi scegliere mezzi a bassa emissione e là, dove è possibile, usare i mezzi pubblici

- ridurre il consumo di carne
Comportamenti quotidiani a sostegno della natura
- ciclo dei rifiuti
- ridurre la produzione di rifiuti (preferire confezioni multiple)
- limitare l’acquisto di prodotti “usa e getta”
- non utilizzare sacchetti di plastica o riutilizzarli evitando di gettarli dopo il primo utilizzo
- usare prodotti locali a filiera corta (rifornirsi con contenitori dove possibile)
- attuare la raccolta differenziata spinta per un riciclo di qualità
la raccolta differenziata inizia in casa, separando i rifiuti secondo le loro caratteristiche (carta, vetro, lattine, umido ecc.) e conferendo i diversi materiali negli appositi contenitori in modo da permetterne il riutilizzo e trasformando così i rifiuti in risorsa.
Es: per produrre una tonnellata di carta, in modo tradizionale, servono in media 15 alberi, circa 45.000 litri d’acqua e tanta energia elettrica. Per produrre la stessa quantità di carta riciclata non si tagliano alberi, si utilizzano circa 1.800 litri d’acqua e meno della metà di energia elettrica.
Lo stesso vale per il vetro, le lattine; possono essere riciclati all’infinito con un risparmio di una pari quantità di materia prima e di molta energia elettrica. Dalla plastica si possono ricavare accessori vari per auto ed elementi per arredo urbano, ad esempio panchine
essere di esempio con il proprio agire
Dalle Energie rinnovabili la chiave per un futuro migliore
Gli investimenti su energie rinnovabili, solare, eolico, …… oltre ad avviare un importante processo interno che renda più sicuro l’approvvigionamento energetico (riducendo la dipendenza dalle importazioni di energia) consentono, su più ampia scala, di immaginare un futuro:
- che crei nuove opportunità di crescita e posti di lavoro
- che assicuri energia a prezzi accessibili a tutti i consumatori
- un Medioriente luogo di pace anziché luoghi di conflitto (spesso generati dalla presenza di giacimenti petroliferi)
Le fonti di energia rinnovabile non prevedono alcun processo di combustione e pertanto sono prive di emissioni nocive per l’ambiente e per il clima.

A fronte della vera emergenza per le generazioni future, “il Cambiamento climatico”, l’uomo si distrae, pensa all’onnipotenza, continua con ottusità a spendere ingenti risorse in guerre, fonti di odio, distruzioni ambientali e di vite umane.
Basterebbe dirottare queste risorse “da strumenti di guerra a strumenti di Pace” per risolvere i problemi dell’Umanità.

Nota: il presente articolo trae informazioni da: “Un green new deal globale” di Jeremy Rifkin, “La Nazione delle piante” di Stefano Mancuso, fonti della Commissione Europea e note serata del 6 dicembre 2019.
con la collaborazione del “Gruppo di lavoro” della Lista “Vivere Calvene”