Sito Ufficiale del Gruppo Consiliare "Vivere Calvene" (Giugno 2019 - Maggio 2024)

Mese: Marzo 2021

A ricordo di Silva e dei partigiani della Valle delle Lore e di Lozzo Atestino, Martiri della Resistenza

Oggi 28 Marzo 2021 cade il 76° anniversario della morte di “Silva”, Francesco Zaltron di Marano Vicentino (1920-1945), comandante partigiano, Medaglia d’Oro al valor militare.   A ricordo di Silva e dei partigiani della Valle delle Lore e di Lozzo Atestino, Martiri della Resistenza

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un momento della commemorazione con la partecipazione dei Sindaci di Lugo di Vicenza, Marano Vicentino e Lozzo Atestino, i Sindaci dei Consigli comunali dei ragazzi di Lugo-Calvene e Marano, rappresentanti ANPI e AVL

L’intervento di Davide Brazzale il Sindaco del Consiglio comunale dei ragazzi di Lugo e Calvene:


Vorrei ringraziare per l’opportunità che mi è stata data nel partecipare a questo evento. Proprio in questo momento a scuola stiamo studiando il fascismo e la Resistenza. Mi sono documentato un po’ leggendo alcune parti del libro “Il comandante Silva l’ardimento e il sacrificio” di Liverio Carollo. Grazie a questo libro ho capito quanto Calvene e Lugo siano stati fulcro della Resistenza.

Non è più la storia dei libri, ma quella del mio territorio.

Ad esempio ho scoperto che Silva, ferito, trovò rifugio in contrada Campanella a 100 metri da casa mia. E la casa dove fu catturato Silva è nella contrada dove abitava la mia bisnonna Maria.
Credo che adesso, ogni volta che passerò per quei posti penserò alle battaglie e alle persone che hanno perso la vita per gli ideali di tolleranza, di pace, di giustizia sociale e per un’Italia più libera.

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Per l’occasione consigliamo il libro, recentemente pubblicato, “Il comandante Silva, l’ardimento e il sacrificio” di Liverio Carollo, che presentiamo qui brevemente con le parole dell’autore.

“Il comandante Silva, l’ardimento e il sacrificio” di Liverio Carollo, pubblicato per commemorare i cento anni dalla nascita di Francesco Zaltron, detto “Silva”

Il libro vuole commemorare la figura del partigiano Silva, Francesco Zaltron di Marano Vicentino, classe 1920, ucciso il 28 marzo 1945 tra le valli di Mortisa dai nazifascisti. La pubblicazione si divide in tre parti: nella prima parte si traccia “un profilo del comandante” della Brigata Mazzini “partendo dalla sua formazione fino alle azioni e ai colpi di mano che realizzò con il suo battaglione di montagna, per giungere ai giorni della battaglia di Granezza e poi alla sua tragica morte avvenuta tra le valli di Mortisa di Lugo di Vicenza.” La seconda parte presenta le lettere inviate da Silva ai familiari. Nella terza parte è invece presentato e descritto l’itinerario (segnalato) “L’ultimo viaggio di Silva”, che accompagna il lettore sugli ultimi passi del comandante Silva prima della sua uccisione. Un itinerario che vuole essere “un pellegrinaggio civile sui luoghi dove un giovane ha sacrificato se stesso perché tutti noi vivessimo in una società migliore”; una testimonianza della Resistenza, che non deve essere dimenticata e i cui ideali di libertà, pace, giustizia, tolleranza, vengano recepiti da tanti giovani e non solo. Come ricorda l’autore Liverio Carollo “solo la memoria può contribuire al ricordo. E la memoria può essere una lapide, un libro, una camminata suoi luoghi della lotta; la memoria ha il potere di stimolarci, di tenerci vigili, sulla breccia e di trasmettere i valori nei quali crediamo.”

L’itinerario “L’ultimo viaggio di Silva”, presentato nel volume di Liverio Carollo e curato dal Gruppo Silva Mortisa, “Amici della Resistenza” ANPI – AVL di Thiene (CAROLLO 2020.)

L’itinerario “L’ultimo viaggio di Silva” parte da Piazza Resistenza di Calvene e sale verso la frazione Monte per la “strada vecia”, ovvero l’antica strada che collegava il centro del paese con Casa Corona e il Monte, attraversando la Val Porca, poi lentamente abbandonata in seguito alla costruzione della cosiddetta “Strada della Salvezza” (1916/1917 – una lapide commemorativa ne ricorda la costruzione proprio sul “ponte de Piaréla”). Dalla località Monte l’itinerario prosegue per contrada Murari, scende al Malleo e poi ai Gramoli, contrada ormai abbandonata, per poi ritornare al punto di partenza. L’itinerario è segnato e lungo il percorso sono presenti pannelli informativi, il tratto in salita corrisponde al sentiero CAI n. 697.

Indicazioni sull’itinerario “L’ultimo viaggio di Silva”

22 Marzo – Giornata mondiale dell’Acqua

Una giornata per ricordare l’importanza dell’acqua, bene primario, fonte di vita e per promuovere comportamenti responsabili nell’uso di questa preziosa risorsa.

La giornata mondiale dell’acqua è l’occasione per ricordare che al mondo su 7,8 miliardi di persone, 750 milioni non hanno accesso ad acqua salubre e 2,5 miliardi devono convivere con la costante scarsità di risorse idriche.

Etiopia – regione del Tigrè

Risolvere i problemi dell’acqua molto spesso aiutano a prevenirne altri, come la fame, i conflitti o la migrazione.


Nel nostro vivere quotidiano, oltre alla gestione oculata dell’acqua, l’impegno per la salvaguardia di questa importante risorsa si può concretizzare nella tutela delle sorgenti e dei corsi d’acqua di cui è ricco il nostro territorio.

Torrente Chiavona

21 marzo 2021, 26°Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Ventisei anni, un periodo lungo che ha reso protagonista una vasta rete di associazioni, scuole, realtà sociali in un grande percorso di cambiamento dei nostri territori, nel segno del noi, nel segno di Libera.

…. a ricordare e riveder le stelle è lo slogan scelto per questo 21 marzo

Il desiderio di ‘riveder le stelle’ e di uscire dall’inferno della pandemia, dopo un anno di isolamento e distanziamento, è un desiderio forte tra tutti i cittadini. La parola stessa desiderio ci rimanda al cielo: desiderare è avvertire la mancanza di stelle, sentire forte la necessità di buoni auspici, di luce che illumina e dà energia.

E in questo senso le stelle sono anche le persone che ogni giorno si battono per la giustizia sociale e la legalità democratica, fari del nostro operare ed esempi ai quali guardare. A loro dobbiamo quotidianamente volgere il nostro sguardo. Osservare le stelle nel cielo vuol dire avere un panorama sgombero da nuvole, nitido, ciò a cui dobbiamo tendere per superare una fase caratterizzata da offuscamento e confusione. Il firmamento è la nostra capacità di andare oltre ciò che stiamo vivendo oggi, per generare un futuro migliore.

(fonte: Libera.it)

8 marzo Giornata Internazionale delle Donne

Gruppo di lavoro “Cultura – Scuola – Associazioni”

Un po’ di storia…..

Sull’origine della festa c’è una falsa leggenda da sfatare perché di fatto questa data viene spesso collegata a due episodi storici.

Il primo si riferisce ad un incendio che scoppiò all’interno di una fabbrica a New York dove alcune operaie avevano iniziato una protesta contro le inumane condizioni in cui erano costrette a lavorare. I datori di lavoro avevano bloccato l’uscita per evitare che la protesta si estendesse. Quando l’incendio scoppiò le 134 operaie (la maggior parte immigrate) bloccate all’interno del capannone morirono.

L’altro evento storico a cui molte volte si fa riferimento è la Rivoluzione Russa. L’otto marzo del 1917 molte operaie russe protestarono contro lo zar per ottenere pane e pace.

In realtà la prima Giornata Nazionale della Donna fu festeggiata il 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti. La data venne scelta per ricordare uno sciopero di lavoratrici tessili newyorchesi che richiedevano migliori condizioni di lavoro.

Nel 1910 in occasione del Congresso Internazionale Socialista a Copenhagen, si decise di accogliere una mozione istituendo la Giornata Internazionale della Donna, per promuovere i diritti delle donne e contribuire alla campagna in favore del suffragio universale.

Soltanto nel 1921 si pensò ad un’unica data internazionale, l’otto marzo.

E solo a partire dal 1975, Anno internazionale della donna, si ottenne il riconoscimento della celebrazione ufficiale da parte dell’ONU che, nel 1977, dichiarò l’8 marzo “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale”.

Il simbolo della festa

In Italia, a partire dal 1944, la mimosa è il simbolo di questa ricorrenza. L’idea della mimosa fu proposta da Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei (ex partigiana), partecipanti all’UDI (associazione femminile nata nel 1944 e tuttora impegnata in attività di difesa e promozione dei diritti della donna).

La mimosa sboccia normalmente nei primi giorni di marzo e da sempre è considerato un fiore economico e molto resistente.

Perchè festeggiare?

Molti sono i traguardi che sono stati raggiunti in questi anni di rivendicazioni a partire dal diritto di voto, ma molti sono gli obiettivi ancora da raggiungere per la piena realizzazione dei diritti umani delle donne.

L’UNDP, Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, ha diffuso, a marzo dello scorso anno, il report Tackling Social Norms che indaga le disparità di genere nel mondo attraverso un indice specifico, il Gender Social Norms Index (GSNI), che misura il modo in cui i pregiudizi sociali ostacolano la parità di genere in settori come la politica, il lavoro e l’istruzione.

Il report ha riguardato 75 Paesi che, insieme, accolgono l’80 per cento della popolazione globale, raccogliendo informazioni, statistiche e sondaggi sull’applicazione e la percezione dei diritti di genere, basandosi su indicatori socio demografici e di benessere (come per esempio il livello scolastico, le opportunità di lavoro, il tasso di mortalità per parto, la capacità di leadership etc.).

Lo studio è un momento di riflessione per chiederci se veramente si raggiungerà la parità di genere nel 2030 come stabilito dal programma d’azione dell’Agenda Onu 2030 sottoscritto da 193 paesi.

Il progetto dell’Onu vuole promuovere il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile e nello specifico gli obiettivi  4 (Istruzione di qualità) e 5 (Uguaglianza di genere)

Per quanto riguarda l’obiettivo 4 l’ONU ha chiesto a tutti gli Stati Membri di promuovere l’educazione della prima infanzia e raggiungere l’uguaglianza educativa a livello di genere.

In quest’ottica la casa editrice Zanichelli ha redatto delle linee guida per  promuovere la parità di genere nei libri, per superare una visione del mondo stereotipata, con ruoli predeterminati dall’appartenenza a un genere, a un’etnia o da diverse abilità. E’ un lungo cammino, in cui si cerca di superare la disparità sociale rappresentando in modo paritario i generi, evidenziando il contributo del genere femminile al sapere, usando un linguaggio inclusivo e condannando il sessismo linguistico (perché le parole sono importanti!)

https://www.zanichelli.it/chi-siamo/obiettivo-dieci-in-parita

L’obiettivo 5 si prefigge di eliminare ogni discriminazione contro le donne, promuovere la loro partecipazione alla vita sociale e politico-economica, eliminare ogni forma di violenza nei loro confronti e tutelare la loro salute.

https://unric.org/it/obiettivo-5-raggiungere-luguaglianza-di-genere-ed-emancipare-tutte-le-donne-e-le-ragazze/

E’ innegabile che nell’ultimo decennio sono stati fatti passi da gigante ma c’è ancora molto da fare, soprattutto nei paesi in via di sviluppo dove la possibilità di studiare non è incentivata e dove il fenomeno delle spose bambine non permette a queste di emanciparsi dalla famiglia.

Fortunatamente ci sono dei segnali positivi di rappresentanze femminili in istituzioni internazionali: Christine Lagarde BCE, Ngozi Okonjo-Iweala leder WTO, Ursula von der Leyen presidente della Commissione Europea….ma non basta.

La pandemia di Covid ha peggiorato la situazione. Secondo gli ultimi dati Istat su 101mila nuovi disoccupati, 99mila sono donne. La pandemia ha allargato il problema della disparità di genere: dei 444mila occupati in meno registrati in Italia in tutto il 2020, il 70% è costituito da donne. L’emergenza sanitaria ha amplificato un fenomeno già conosciuto e che si aggiunge allo svantaggio del carico di lavoro non remunerato; le donne lavorano in settori messi in ginocchio dalla crisi pandemica e sono le prime vittime della crisi economica a causa dei loro contratti più precari e di posizioni aziendali meno “sicure”. Il reddito medio delle donne è il 59,6% di quello degli uomini a livello complessivo, ha recentemente dichiarato Maria Cecilia Guerra, sottosegretaria del Ministero dell’Economia e creare delle infrastrutture di supporto come ad esempio una maggiore offerta di asili nido può favorire una maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro.

Anche l’Unicef per festeggiare l’8 marzo promuove “8 azioni per l’8 marzo” perché per sconfiggere gli stereotipi ciascuno deve fare la sua parte:

1.Riflettiamo e mettiamo in discussione i nostri pregiudizi.

2.Incoraggiamo ogni bambina/o nella nostra vita a perseguire i propri sogni al di là degli stereotipi di genere.

3. Reagiamo di fronte ai commenti sessisti e discriminatori.

4. Informiamoci su questioni di genere ascoltando diversi punti di vista.

5.Condividiamo il carico di lavoro domestico.

6. Diffondiamo una cultura del consenso imparando a parlarne tra e con i giovani.

7. Ascoltiamo, non giudichiamo e crediamo alle persone che hanno subito violenza di genere.

8. Firmiamo la petizione dell’UNICEF per consentire a bambine e ragazze di essere maggiormente protette e protagoniste del cambiamento.

https://8marzo.unicef.it/?utm_source=sitoistituzionale&utm_medium=modulo_lancio&utm_campaign=festadonna_01032021_LD_LW05_MLFD

Ora tocca a noi farci promotori dell’uguaglianza di genere, combattendo gli stereotipi e sottolineando la preziosa ricchezza nella diversità.

Proposta di legge popolare contro la propaganda fascista e nazista

Per non dimenticare

Gli orrori di una guerra, di tutte le guerre

A Sant’Anna di Stazzema, la mattina del 12 agosto 1944, si consumò uno dei più atroci crimini commessi ai danni delle popolazioni civili in Italia.

La furia omicida dei nazi-fascisti si abbattè, improvvisa e implacabile, su tutto e su tutti. Nel giro di poche ore, nei borghi del piccolo paese, alla Vaccareccia, alle Case, al Moco, al Pero, ai Coletti, centinaia e centinaia di corpi rimasero a terra, senza vita, trucidati, bruciati, straziati.

Quel mattino di agosto a Sant’Anna uccisero i nonni, le madri, uccisero i figli e i nipoti. Uccisero i paesani ed uccisero gli sfollati, i tanti saliti, quassù, in cerca di un rifugio dalla guerra. Uccisero Anna, l’ultima nata nel paese di appena 20 giorni, uccisero Evelina, che quel mattino aveva le doglie del parto, uccisero Genny, la giovane madre che, prima di morire, per difendere il suo piccolo Mario, scagliò il suo zoccolo in faccia al nazista che stava per spararle, uccisero il prete Innocenzo, che implorava i soldati nazisti perché risparmiassero la sua gente, uccisero gli otto fratellini Tucci, con la loro mamma. 560 ne uccisero, senza pietà in preda ad una cieca furia omicida. Indifesi, senza responsabilità, senza colpe. E poi il fuoco, a distruggere i corpi, le case, le stalle, gli animali, le masserizie. A Sant’Anna, quel giorno, uccisero l’umanità intera.

La strage di Sant’Anna di Stazzema desta ancora oggi un senso di sgomento e di profonda desolazione civile e morale, poiché rappresenta una delle pagine più brutali della barbarie nazifascista, il cancro che aveva colpito l’Europa e che devastò i valori della democrazia e della tolleranza. Rappresentò un odioso oltraggio compiuto ai danni della dignità umana. Quel giorno l’uomo decise di negare se stesso, di rinunciare alla difesa ed al rispetto della persona e dei diritti in essa radicati.

Sabato 6 marzo è possibile firmare dalle 15 alle 18 in Piazza Chilesotti a Thiene

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