Sito Ufficiale del Gruppo Consiliare "Vivere Calvene" (Giugno 2019 - Maggio 2024)

Mese: Marzo 2022

Cambiamenti climatici, un inverno senza pioggia e senza neve !!!

Dino Polga (parte prima)

“A un certo punto della loro storia gli esseri umani hanno iniziato a percepire di aver tragicamente incasinato la situazione climatica del proprio pianeta. «Ma come mai nessuno ci ha avvisati prima?» chiesero spaesati in coro, nello stesso momento gli scienziati che da cinquant’anni cercavano di dare l’allarme avrebbero voluto tirare ceffoni a destra e a manca. Poi arrivò una ragazzina svedese di 15 anni, tale Greta Thunberg, che organizzò uno sciopero e divenne icona mondiale della lotta ai cambiamenti climatici. «Ma allora siete stronzi!» urlarono gli scienziati. Qualche scettico tra la popolazione si chiese: «Ma perché fanno parlare lei e non parlano mai gli scienziati? Ci dev’essere qualcosa sotto». «Ma allora siete proprio stronzi!» riurlarono gli scienziati, per poi accasciarsi in posizione fetale e morire annegati nelle proprie lacrime.”
Da “saggio erotico sulla fine del mondo” di Barbascura X

Negli ultimi anni il cambiamento climatico è entrato prepotentemente nella discussione politica e anche tra la gente. Eppure il primo allarme fu lanciato dal rapporto Charney nel lontano 1979; il documento evidenziava come un sistema basato su combustibili fossili e deforestazione fosse insostenibile nel lungo periodo e come i conseguenti aumenti di temperatura sarebbero diventati sempre più ingestibili.
Ma di cosa si parla esattamente? Perché un personaggio come Greta ha catalizzato l’attenzione di così tante persone? In realtà c’è molta confusione sull’argomento e ciò lascia campo libero a distorsioni e vere e proprie falsità. Ho pensato a questa serie di articoli per cercare di portare un po’ di chiarezza.

Cosa intendiamo quando parliamo di clima?

Per prima cosa facciamo chiarezza su cosa sono meteo e clima, definizioni su cui media e politici fanno spesso (volutamente) confusione.

Il meteo è quello che noi chiamiamo “il tempo”: descrive le condizioni in un particolare luogo in uno specifico momento. Ad esempio: se domani piove a Calvene possiamo dire che il meteo è piovoso. Pioggia, neve, vento, temporali, ondate di calore etc… sono tutti fenomeni metereologici.

Il clima, d’altra parte, rappresenta ben più di un paio di giorni di pioggia. Il clima descrive l’andamento delle condizioni metereologiche in un’area, in un particolare periodo dell’anno. Normalmente in questa stagione piove o è secco? È caldo o freddo? Il clima di una regione viene definito osservando il meteo su un periodo lungo decine di anni, si tratta quindi di una media che ignora i fenomeni limitati nel tempo descrivendo invece le condizioni più generali. Parametri climatici sono ad esempio la temperatura media in inverno, il numero medio di giorni all’anno al di sopra dei 20°C etc…
È quindi possibile dividere il mondo in aree con caratteristiche simili, ad esempio Calvene fa parte della regione climatica padano veneta

La differenza è importante per capire le nostre differenti capacità di previsione.

Per conoscere il tempo atmosferico futuro si sfruttano modelli matematici, in cui è fondamentale conoscere lo stato iniziale da cui partire e su cui applicare il modello. Senza l’accurata conoscenza del meteo attuale non è possibile ottenere una previsione affidabile, per questo motivo è fondamentale avere a disposizione una fitta griglia di osservazioni (temperatura, umidità e pressione in migliaia di punti).

Per quanto siano buoni i dati e complessi i modelli, però, l’atmosfera è così caotica da rendere inutili le previsioni su un arco temporale che sia più lungo di pochi giorni.

Di contro, se vogliamo ottenere scenari climatici non ci interessa avere condizioni iniziali dettagliate, poiché comunque il sistema ne perderebbe rapidamente memoria; ciò che conta questa volta è conoscere bene le condizioni al contorno e le dinamiche interne al sistema per poterne calcolare il punto di equilibrio.

Perché sappiamo che il riscaldamento globale è una realtà

Ormai anche le lobby e i centri di potere, che fino a qualche decennio fa negavano la realtà del riscaldamento climatico, hanno dovuto arrendersi all’evidenza dei fatti: le temperature medie globali si stanno alzando.
Lo sappiamo nel modo più banale: per gli ultimi 140 anni abbiamo misure dirette della temperatura a livello globale.

Ma possiamo fare di più, anche in assenza di registrazioni dirette, si possono utilizzare molti metodi diversi per stimare le temperature (carotaggi nel ghiaccio, resoconti storici, anelli di crescita degli alberi … ), in questo modo si sono ottenuti gli andamenti delle temperature su scale temporali di migliaia di anni. Questo è il grafico più famoso, con l’andamento della temperatura media globale dall’anno zero:

Il grafico ha preso il nome di “hockey stick” (stecca da hockey) a causa della sua forma che impenna bruscamente verso l’alto.
Vediamo il periodo 1450 – 1850 evidenziato come “piccola era glaciale”, si tratta di alcuni secoli in cui si registrò un abbassamento della temperatura media terrestre, in contrasto con il precedente “periodo caldo medievale”. Questo per mostrare come è vero che la temperatura media è cambiata più volte a prescindere da noi esseri umani; tuttavia, è evidente come il cambiamento negli ultimi 150 anni sia molto più vasto e repentino delle variazioni precedenti.
L’ambiente in cui viviamo e, di conseguenza, il nostro tenore di vita sono messi a grave rischio da questo veloce aumento delle temperature.  

Che influenza ha localmente l’aumento di temperatura globale

Ma in definitiva, perché dovrebbe interessarci il fatto che le temperature medie globali si stiano alzando? In fin dei conti uno o due gradi sono poca cosa, non potranno avere granché effetto. Purtroppo non è così, almeno non ovunque. È vero che globalmente le temperature saliranno di pochi gradi, ma lo scostamento non è uniforme e localmente può essere molto più marcato. Per restare nei nostri territori, negli ultimi 40 anni le temperature minime invernali hanno subito un aumento drastico. Una volta vedere l’Astico completamente ghiacciato per diverse settimane l’anno era la norma, tanto che da ragazzi passavamo le giornate a pattinare su Boreta, Passante e Senje Nere.

Da oltre dieci anni non è più possibile farlo, anzi ormai è raro vedere accenni di ghiaccio sul torrente.
La media annuale delle temperature registrata dalla stazione meteo di Vicenza è aumentata in 35 anni di quasi 4 gradi (da 12,2 nel 1973 a 16 nel 2007) anche se la temperatura media globale nello stesso periodo si è alzata di appena 0,5 gradi.

Se la diminuzione delle giornate fredde può non sembrare un grosso problema, di contro sono aumentate anche le giornate estive oltre i 30 gradi, con tutti i problemi che questo comporta.

Anche le precipitazioni si sono modificate in modo apprezzabile, ormai è raro veder nevicare a Calvene, così come il manto nevoso nell’altopiano è divenuto molto più scarso e scostante costringendo alla chiusura diversi impianti storici di risalita. In generale, i ghiacciai alpini hanno perso oltre il 40% della superficie da quando le rilevazioni sono fatte in maniera consistente. Questi cambiamenti, oltre ai problemi diretti che danno agli esseri umani, portano ad una modifica profonda per le specie animali e vegetali del territorio. La mancanza di temperature rigide invernali e le aumentate temperature estive possono favorire la crescita parassiti e specie aliene a discapito di quelle autoctone; allo stesso modo estati più calde e secche favoriscono gli incendi: in California dei 10 incendi più grandi degli ultimi 100 anni 9 sono avvenuti negli ultimi anni.
 
Il calore di mare, terra e aria è il “motore” che muove l’atmosfera; più calore significa più “carburante” per venti, tempeste e temporali. Detto in gergo più tecnico, l’atmosfera ha più energia a disposizione e questo provoca un aumento medio di intensità dei fenomeni.
Negli ultimi 10 anni in Italia si sono verificati circa 1000 eventi meteo estremi che hanno colpito oltre 600 comuni. Ad esempio, il numero di trombe d’aria riportate negli ultimi anni è aumentato notevolmente, così come la media delle intensità registrate. Come riporta il col. Giuliacci, siamo passati dai 30-50 casi l’anno nel periodo 1970-2000 a ben 72 casi nel 2020 e addirittura 105 casi nel 2021, il più alto valore di sempre.

Per fortuna la conformazione del nostro territorio non favorisce la creazione di tornado, che prediligono zone pianeggianti, ciononostante in anni recenti ci sono state trombe d’aria a Breganze, Fara Vicentino e Roana.

Solo pochi anni fa le nostre montagne sono state investite dalla tempesta Vaia, in cui un fortissimo vento di scirocco tra i 100 ed i 200 km/h ha provocato lo schianto di milioni di alberi, provocando un vero e proprio disastro naturale da cui i boschi devono ancora risollevarsi.

Diverse grandinate eccezionali per la dimensione dei chicchi sono avvenute nelle nostre zone negli ultimi anni, con danni a raccolti, macchine e edifici.

grandine a Piovene Rocchette, settembre 2020

Quest’anno invece è cominciato con un’estrema siccità dovuta alle scarsissime precipitazioni durante l’autunno/inverno. È dal 2020 che l’Italia è in deficit idrico, ma adesso la situazione è particolarmente grave e il terreno eccezionalmente secco potrebbe impattare in modo pesante sull’agricoltura . “Nelle nostre zone rispetto alla media le precipitazioni dell’ultimo anno sono inferiori di oltre 400 mm e l’umidità al suolo di circa l’80%”.

È un errore indicare questo o quell’evento come direttamente causato dal riscaldamento globale perché si tratta di eventi che sono sempre accaduti; tuttavia, con l’aumento delle temperature dobbiamo fare i conti con l’aumento di frequenza ed intensità dei fenomeni.

Dopo gli articoli sui “Cambiamenti Climatici” pubblicati nel 2020 e 2021 questo, che avete appena letto, è il primo di quattro nuovi approfondimenti sull’argomento che affronteremo in questo 2022.





8 marzo 2022 Giornata Internazionale della donna

Cinzia Sartori

Il tema della Giornata Internazionale della Donna di quest’anno è “Uguaglianza di genere oggi per un domani sostenibile”.

Le Nazioni Unite celebreranno la data con un atto virtuale e una tavola rotonda a cui parteciperanno le più alte cariche delle Nazioni Unite, la Presidente della Commissione delle Nazioni Unite sullo Status delle Donne, Geraldine Byrne Nason e la direttrice dell’Agenzia Onu per la promozione della parità di genere, Sima Sami Bahous, oltre che numerosi attivisti per l’uguaglianza di genere e il cambio climatico.

Il tema scelto vuole mettere in risalto e riconoscere il contributo delle donne, ragazze e bambine di tutto il mondo che stanno guidando gli sforzi per rispondere, mitigare ed adattarsi ai cambiamenti climatici.

La sfida continua di potenziare l’uguaglianza di genere è essenziale per permettere un’ampia partecipazione delle donne relativamente alla sostenibilità ambientale e alla riduzione dei rischi ambientali, questione che si ripercuote nello sviluppo economico e sociale.

Il tema scelto è poi in perfetta armonia con il tema della 66° sessione della Commissione sullo Status delle donne che avrà luogo dal 14 al 25 marzo 2022 e che si concentrerà sull’uguaglianza di genere nel contesto del cambiamento climatico, l’ambiente e la riduzione del rischio di disastri.

Già nell’autunno dello scorso anno, durante la  Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (COP26) a Glasgow, molti paesi hanno proposto di incorporare l’uguaglianza di genere in tutte le loro  azioni sul clima.

Il  Regno Unito ha definito il modo in cui 165 milioni di sterline di finanziamenti affronteranno la doppia sfida della disuguaglianza di genere e del cambiamento climatico; la Bolivia  si è impegnata a promuovere la leadership delle donne, attraverso il loro coinvolgimento in progetti di sviluppo sostenibile e la Germania ha annunciato una nuova strategia di genere nell’ambito della sua Iniziativa Internazionale sul Clima.

Il Centro di Ateneo «Elena Cornaro» per i saperi, le culture e le politiche di genere dell’Università di Padova ha svolto uno studio sull’obiettivo 5 della Agenda 2030 Onu sottolineando come il raggiungimento della parità di genere sia uno degli obiettivi più difficili da raggiungere ma che avrà effetto a cascata sul raggiungimento degli altri 17 obiettivi.

Le donne e le ragazze, secondo il rapporto di UN Women, hanno il 4% di probabilità in più rispetto agli uomini di vivere in estrema povertà, e un rischio del 10% più elevato di affrontare condizioni di insicurezza alimentare. Se il 70% delle persone che nel mondo vivono nell’indigenza, secondo le stime Onu, sono donne, appare chiaro come esse siano maggiormente colpite da eventi meteorologici estremi, da perdita di produttività agricola per il sostegno familiare e morte.

Inoltre in molti paesi in via di sviluppo, la combinazione di stereotipi di genere e alti costi scolastici porta  molte famiglie a decidere di far abbandonare la scuola a una ragazza su cinque tra i 13 e i 14 anni.

L’accesso alla formazione, all’istruzione, alla tecnologia, alle risorse finanziarie, al processo decisionale politico rimane limitato per le donne a causa di pregiudizi persistenti e  il problema non riguarda solo i paesi in via di sviluppo.

La nota metafora “soffitto di cristallo” viene usata per indicare le barriere sociali, culturali e psicologiche che impediscono a molte donne di raggiungere posizioni di vertice e responsabilità in ambito professionale.

Il settimanale d’informazione politica-economica in lingua inglese The Economist, l’8 marzo del 2013,  ha creato il “glass ceiling Inditex“ che è il nome di un indicatore che misura ( in 29 paesi) il grado di disuguaglianza  di genere attraverso i dati raccolti da organizzazioni quali la Commissione Europea, l’Organizzazione Internazionale per il Lavoro e l’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico, in materia di istruzione, partecipazione alla forza lavoro, retribuzioni, diritto di maternità, costi per l’accudimento dei bambini e presenza in posti di lavoro a livello dirigenziale.

Anche l’’indice sulla parità di genere sviluppato dall’European Institute for Gender Equality (EIGE), un’agenzia dell’Unione Europea che si adopera per rendere l’uguaglianza di genere una realtà all’interno e all’esterno dell’UE, conferma che i progressi nell’UE avvengono molto lentamente. https://eige.europa.eu/gender-equality-index/2021

Il messaggio del Segretario Generale Antonio Guterres per la Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella Scienza 2022 (celebratosi venerdì 11 febbraio) conferma questi dati:

“Oggi, solo un ricercatore scientifico e ingegneristico su tre al mondo è una donna.

Barriere strutturali e sociali impediscono alle donne e alle ragazze di entrare e progredire nel campo scientifico.  La pandemia da COVID-19 ha ulteriormente accresciuto le disuguaglianze di genere, dalla chiusura delle scuole all’aumento della violenza e ad un maggiore onere nell’assistenza domiciliare.Questa disuguaglianza sta privando il nostro mondo di enormi talenti e di innovazione. Abbiamo bisogno del punto di vista delle donne per garantire che la scienza e la tecnologia funzionino per tutti.

Possiamo – e dobbiamo – agire. Con politiche che riempiano le aule di ragazze che studiano tecnologia, fisica, ingegneria, matematica.

Con misure mirate per garantire alle donne opportunità di crescita e leadership presso laboratori, istituti di ricerca e università.

Con determinazione per porre fine alla discriminazione e agli stereotipi sulle donne nella scienza”.

Giornata Internazionale delle donne e ragazze nella scienza 2022.

A giugno 2021 è stata eletta Daniela Mapelli, (2021-2027) prima donna nella storia del BO e prima donna rettrice in 800 anni di storia dell’Ateneo patavino dove, per inciso, nel 1678 ottenne la laurea, prima donna al mondo, la nobile veneziana Elena Lucrezia Cornaro.

La rettrice in un’intervista al Corriere della Sera del 24 giugno 2021 afferma  che “è arrivato il momento per le donne di pretendere […] di proporsi in ogni ruolo di leadership…Donne e uomini devono avere le stesse possibilità in ogni campo. Per questo è necessario un cambiamento culturale. All’Università di Padova abbiamo messo in atto la premialità di genere: vengono premiati i dipartimenti che aumentano la presenza femminile. Continuiamo a sollecitare ricercatrici e docenti a mettersi in gioco per incarichi di responsabilità e vertice. E naturalmente incentiviamo il congedo di paternità…..Dobbiamo fare in modo che ci siano sempre più donne al vertice. E che ogni donna che arriva in un incarico di potere mantenga la propria personalità, senza cercare di adeguarsi a un modello di leadership maschile”.

Un passo in questa direzione è stato fatto dal Consiglio Regionale del Veneto che il giorno 8 febbraio 2022 ha approvato all’unanimità la proposta di legge “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno all’occupazione femminile stabile e di qualità”.

Concretamente si tratta di agevolazioni da corrispondere alle imprese inserite nella lista delle attività “virtuose” nei confronti delle donne:  tutte le  iniziative per conciliare tempi di vita e di lavoro vengono valutati positivamente, la  tutela della maternità così come se un’azienda assume donne vittime di violenza. Vengono assegnate maggiori sanzioni nel caso di molestie, di sfruttamento e di dimissioni “in bianco”. Verrà poi istituito uno «Sportello Donna» per agevolare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro con l’obiettivo finale  di ridurre il distacco in busta paga tra uomini e donne, attualmente al 3,7% nel settore pubblico e addirittura 20,7% nel privato: una differenza dovuta anche ad una mancanza di condivisione dei compiti di cura e accudimento dei figli e da carriere bloccate da part-time involontario (cioè non richiesto dalla lavoratrice ma proposto come condizione contrattuale dal datore di lavoro).

Condividiamo https://www.yo#posso essere quello che voglio la campagna che UNICEF Italia rilancia per la promozione della parità di genere a tutti i livelli, un messaggio di speranza per tutte le donne.

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8 Marzo 2022

INSIEME CON TUTTE LE DONNE CHE SI OPPONGONO ALLA GUERRA E COSTRUISCONO UN FUTURO DI PACE

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