di Cinzia Sartori
La Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, che si celebra il 5 febbraio, promossa dalla campagna Spreco Zero con il patrocinio dei Ministeri dell’Ambiente, della Salute e degli Affari Esteri, compie quest’anno dieci anni. Nata per volere del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari dell’Università di Bologna è una campagna di sensibilizzazione permanente sullo spreco alimentare in Italia.
La giornata internazionale si celebra infatti il 29 settembre sotto l’egida dell’ONU.
Secondo il report compiuto da Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability (Osservatorio nazionale sugli sprechi) e pubblicato in occasione della giornata celebrativa, gli italiani nel 2022 hanno gettato 75 grammi di cibo al giorno, 524 grammi settimanali, 27,253 kg all’anno che valgono 6,28 miliardi di euro nel consumo domestico e 9 miliardi di euro lo spreco di filiera. E’ aumentato l’acquisto di prodotti a KM 0 ed è diminuito il consumo dei pasti fuori casa (a causa dell’effetto pandemia).
Il trend è comunque positivo visto che gli italiani hanno sprecato un 12 % in meno rispetto all’anno precedente.
L’Agenda ONU 2030 ha prefissato degli Obiettivi di sostenibilità: il 12esimo obiettivo si propone di dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto.
La giornata nazionale è dunque l’occasione per sensibilizzare la società, le istituzioni, i cittadini e fare propri gli obiettivi dell’Agenda nell’agire quotidiano.
La Francia, nostra vicina, nel 2019 ha approvato una legge contro lo spreco dei prodotti alimentari invenduti e a partire dal primo gennaio 2022 le imprese francesi hanno il divieto di distruggere i residui alimentari e devono riciclarli o donarli.
La Spagna è diventata il terzo paese europeo a legiferare sullo spreco alimentare al fine di ridurre in modo drastico (del 20%) il cibo che finisce nella spazzatura. È stata approvata una legge entrata in vigore il primo gennaio del 2023. La legge prevede che il cibo in buone condizioni possa essere donato a banchi alimentari oppure trasformato in prodotti come succhi e marmellate; in secondo luogo venga utilizzato per il consumo animale e in terzo luogo per fare compost o biocombustibili.
Nei bar e ristoranti i clienti hanno la possibilità di portarsi a casa quello che non hanno consumato senza costi aggiuntivi.
Il Piano Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti Italiano, adottato dal Ministero dell’Ambiente con decreto direttoriale del 7 ottobre 2013, ha affrontato per la prima volta in modo organico il problema degli sprechi alimentari in Italia, in linea con quanto indicato dalla Commissione Europea per un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse.
L’Italia può considerarsi pioniera in questo ambito grazie alla legge Gadda (legge n.166 del 19 agosto 2016 testo completo sulla Gazzetta Ufficiale ) che persegue la finalita’ di ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari, farmaceutici e di altri prodotti, nonché contribuire ad attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei consumatori e delle istituzioni con particolare riferimento alle giovani generazioni.
Ciascuno di noi può attuare delle buone pratiche per ridurre lo spreco attraverso
- una corretta conservazione degli alimenti in frigorifero, in congelatore, in dispensa (leggendo le etichette).
- un acquisto pianificato controllando la dispensa e il frigorifero per evitare di acquistare più del necessario.
- leggere con attenzione le etichette per saper distinguere tra “da consumare entro” e “da consumare preferibilmente entro”. Il termine minimo di conservazione indica una stima del produttore sul periodo di migliore qualità del prodotto. Ciò significa che superata tale data il cibo potrebbe iniziare a perdere alcune proprietà organolettiche come gusto e aroma ma non costituisce un rischio il suo consumo.
- utilizzare ricette che permettano, con un po’ di creatività, di utilizzare gli avanzi.
- utilizzare il congelatore per conservare porzioni di cibo già preparate.
Oltre ai banchi alimentari negli ultimi anni sono nate alcune startup che combattono lo spreco con attività innovative.
Le applicazioni che hanno sviluppato permettono di acquistare, a un prezzo ridotto, cibo in perfetto stato di conservazione prima che un negozio, un hotel o un ristorante lo butti nella spazzatura perché non considerato più “fresco”. Un esempio è la app Too Good To Go nata in Danimarca nel 2015 e arrivata in Italia nel 2019.
Consente all’esercente di vendere a fine giornata, a prezzo ridotto, il cibo invenduto.
To good to go
Lo spreco alimentare non ha solo un impatto negativo a livello economico ma anche a livello ambientale perché rappresenta il 10 % delle emissioni di CO2 .
Ridurre lo spreco è un imperativo etico
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