Parte prima Fase Progettuale e costruttiva

Silvia Binotto

Il ponte di Calvene sull’Astico, che unisce il paese alle contrade meridionali di Pralunghi, Chiossi e Magan, fu per molti anni il ponte ad arco più ribassato mai costruito e al tempo della sua costruzione, avvenuta tra il 1907 e il 1908, rappresentava una tra le migliori strutture ideate e mai realizzate in cemento armato, spiccando per la sua struttura snella e leggera, unica nel campo dell’ingegneria strutturale. Purtroppo non valorizzato come dovuto (nei suoi pressi infatti sarebbe interessante la posa di un pannello informativo) rappresentò al tempo della sua costruzione un’opera di incredibile arditezza: fu costruito in cemento armato, sostituendo così il precedente ponte ligneo distrutto dalla piena dell’Astico nel maggio del 1905, quando ancora l’uso del materiale non era regolamentato da precise normative, non erano nemmeno previsti criteri di verifica e ci si affidava alla garanzia fornita dai brevetti e alla professionalità dei progettisti.

Vengono qui ricostruite brevemente le vicende storiche più significative relative alla costruzione del ponte sull’Astico: utile e fondamentale è stata la tesi “Il ponte di Calvene sull’Astico (1907, A. Danusso). Architettura e Costruzione” dell’Ing. Marco Liverani – Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Facoltà di Ingegneria, Laurea Magistrale in Ingegneria e Tecniche del costruire, A.A. 2010/2011, gentilmente prestatami dal geometra Giovanni Pozzan, per 25 anni Responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Calvene, il quale fornì personalmente al laureando copia della documentazione presente negli archivi comunali.

A Calvene, nel maggio 1905 le continue piogge provocarono un ingrossamento del torrente Astico, che danneggiò irrimediabilmente il ponte ligneo che collegava le contrade a sud-ovest con il resto del paese: Pralunghi, Chiossi e Magan. Fu allora necessario per l’Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Sig. Pietro Brazzale, occuparsi del problema e decidere per la costruzione di un nuovo ponte. Molti furono i problemi che si presentarono: come ricostruire il ponte sull’Astico? Sempre in legno, e quindi un giorno probabilmente il problema di un eventuale suo danneggiamento da parte delle piene dell’Astico si sarebbe ripresentato, oppure in altro materiale, più resistente come il cemento armato che in quegli anni iniziava ad essere più frequentemente impiegato anche in Italia? Come affrontare l’ingente spesa e come reperire le risorse necessarie? E ancora, a chi affidarsi per la progettazione e l’esecuzione dell’opera?

L’Amministrazione non aveva particolari pretese circa la ricostruzione dell’opera, se non rispettare le quote già esistenti e possibilmente sfruttare le “spalle” non danneggiate dalla piena del maggio 1905, per poter così ridurre i costi complessivi. Inoltre la scelta del materiale ricadde sul cemento armato, che tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, conobbe grande impiego in Europa grazie al sistema Hennebique[1]. Per la progettazione del nuovo ponte l’Amministrazione di Calvene si affidò allo studio tecnico dell’ingegnere civile Quirino Dalla Valle di Thiene, poi divenuto Studio Tecnico Ingegneri Quirino Dalla Valle e Adelchi Zuccato. Lo studio però non si presentava ancora “pronto” per poter progettare un ponte in cemento armato, in quanto non possedeva ancora il brevetto per l’utilizzo del materiale. Così il 6 agosto 1905, l’ingegnere Zuccato inviò una raccomandata allo Società Porcheddu di Torino[2] (la raccomandata originale è conservata presso l’archivio stesso della Società, depositato presso il Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica – DISEG del Politecnico di Torino).

Desiderando un Comune del Circondario avere dei dati sul costo e sulle condizioni di pagamento per un ponte in cemento armato […]”  l’ingegnere Adelchi Zuccato continua fornendo i dati su come dovrà essere costruito il ponte, larghezza, altezza e numero di “luci”, ovvero pilastri di sostegno, precisando che con la suddetta raccomandata il Comune di Calvene non intendeva assumersi verso la Ditta torinese nessun obbligo di tipo contrattuale. Iniziano così i rapporti tra la Società Porcheddu di Torino e lo studio Thienese, in rappresentanza del Comune di Calvene, per la definizione in primis del progetto del nuovo ponte da costruire sul torrente Astico, ma anche dell’esecuzione dei lavori di verifica, che porteranno poi alla costruzione del ponte ad un’arcata in cemento armato sul torrente Astico, ancora oggi presente, recentemente ristrutturato e consolidato[3], e rappresentante un’opera pubblica unica in tutto l’Alto Vicentino. Cospicuo fu anche lo scambio epistolare tra Comune e Società Porcheddu, per concordare modi e tempi di pagamento. Dagli scambi epistolari si può stabilire come, almeno in principio, lo studio thienese Dalla Valle propose la tipologia e la struttura architettonica del ponte, chiedendo alla Società Porcheddu solamente la redazione di un progetto tecnico e strutturale su un impianto architettonico in pratica già stabilito, ma destinato a subire notevoli modifiche: da un’iniziale proposta di un ponte a più campate si giunse alla progettazione di un ponte ad unica campata ad arco fortemente ribassato. In seguito ad un sopralluogo avvenuto tra l’agosto e il settembre del 1906, l’ingegnere Arturo Danusso della Società Porcheddu elaborò il progetto per il nuovo ponte sul torrente Astico, in cemento armato e ad una sola arcata di 32.50m. Con lettera del 17 settembre 1906 l’ingegnere Arturo Danusso specificò che il costo dell’arcata fosse di lire 8000, il costo invece per il rinforzo delle “spalle” già esistenti di lire 5500, e precisò inoltre che il prezzo era riferito solo ed esclusivamente alle opere in cemento armato, non alle opere provvisionali di organizzazione e di sistemazione del sito, compito esclusivo del Comune di Calvene. Iniziò un vero e proprio iter per la contrattazione del prezzo totale della spesa prevista per la costruzione del nuovo ponte: da una parte il Comune di Calvene, di cui lo studio thienese si fece portavoce, cercava di abbassare i costi complessivi e si adoperava per richiedere allo Stato “il sussidio governativo, in base alla legge 13 Luglio 1905, n. 400[4]”, dall’altra la Società Porcheddu che proponeva di arrotondare la cifra a lire 13000.

La situazione mutò ancora in seguito a nuove vicende: le piene autunnali del 1906 causarono danni irreparabili anche a una delle due spalle “sopravvissuta” alla precedente alluvione del 1905. Questo comportò un’ulteriore modifica del progetto e inevitabilmente un altro rialzo del prezzo da parte della Società torinese e continue trattazioni economiche tra l’Amministrazione Comunale e la Società stessa. Infine, con lettera datata al 30 luglio 1907, il Comune di Calvene accettò la proposta della Società Porcheddu ovvero uno sconto del 2% sul totale, a patto che il Comune stesso si impegnasse ad effettuare i pagamenti con estrema puntualità (per un totale dunque di lire 13720).

Iniziarono così i lavori per la costruzione del nuovo ponte in cemento armato ad arco ribassato, non senza problemi dovuti alle frequenti piogge dell’autunno 1907. Il 23 maggio 1908 furono effettuate le prove di carico statiche e dinamiche che diedero ottimi risultati. Le prove avvennero alla presenza del progettista del ponte stesso, l’ingegnere Arturo Danusso che in lettera datata 23 maggio 1908 scrisse: “L’arcata presentò una perfetta elasticità […]. Quanto al pagamento, che io mi presentai in Comune a sollecitare, mi disse il Sindaco che è già avvisato per uno di questi giorni la visita del Genio Civile per riconoscere l’esistenza dell’opera e accordare il sussidio governativo[5] (che tardava ad arrivare).” Furono utilizzati due carri da 30 quintali a un asse, ma per precauzione si fece passare un solo carro vuoto all’inizio. La prova di collaudo fu ampiamente soddisfacente e mise in risalto non solo la stabilità della struttura ma anche la sua grande e perfetta elasticità.

Domenica 25 ottobre 1908 si tenne la cerimonia di inaugurazione del nuovo ponte, presenziata dall’Onorevole Commendatore Attilio Brunialti: per l’occasione l’Amministrazione Comunale volle invitare l’ingegnere Porcheddu o un suo illustre rappresentante. Giunse da Torino la notizia secondo la quale “Non rispondemmo subito alla Sua lettera sperando di poter aderire all’invito e di intervenire alla simpatica riunione, che presenta per noi uno speciale interesse. Cosicché è con vero rincrescimento che dobbiamo oggi comunicare alla S. V. l’impossibilità di compiere la gita a Calvene nel giorno indicato, come avremmo vivamente desiderato; rincrescimento tanto maggiore in quanto ci tocca rinunziare al piacere di ascoltare l’eloquente parola dell’On. Brunialti. Scriviamo però a al n/ Rappresentante per codesta Provincia sig. Ing. Priuli-Bon, affinché, potendo, voglia procurarsi il piacere di assistere all’inaugurazione, del che potrà dare avviso direttamente alla S.V.”.

Il ponte sull’Astico di Calvene fu prototipo per il ponte del Risorgimento (1911) sul Tevere a Roma, di cui avremo modo di parlare nel prossimo articolo con l’approfondimento su Arturo Danusso, progettista del “nostro” ponte.


[1] Il sistema prende il nome dal suo inventore: François Hennebique (Neuville-Saint-Vaast, 26 aprile 1842 – Parigi, 7 marzo 1921) che fu inizialmente riconosciuto come l’inventore del calcestruzzo armato, sistema edilizio che brevettò nel 1892.

[2] Giovanni Antonio Porcheddu (Ittiri, 26 giugno 1860 – Torino, 17 ottobre 1937), ingegnere italiano che introdusse in Italia la tecnica delle costruzioni in cemento armato. Fu il primo ad intuire la validità del Systéme Hennebique (cioè il conglomerato cementizio armato internamente con profilati di ferro disposti e rafforzati con apposite staffe), del quale ottenne già nel 1892 il brevetto per il suo utilizzo, primo in Italia.

[3] Dopo oltre novant’anni d’utilizzo il ponte presentava segni di logoramento, causati sicuramente dagli agenti atmosferici ma anche e sicuramente dall’incremento delle sollecitazioni superiori a cui è sottoposto ogni giorno. Fu quindi necessario un intervento di ristrutturazione e di consolidamento statico: i lavori iniziarono il 12 luglio 2004 e terminarono il 15 novembre 2004. Si intervenne su più punti: immediato intervento manutentivo sulle strutture, recupero e salvaguardia degli elementi costruttivi; aumento della portata dei carichi in transito da 5,00 t. a 45,00 t.; adeguamento della viabilità veicolare e pedonale e superamento delle barriere architettoniche; rispetto della tradizione popolare del paese stesso mediante valorizzazione dell’antico ponte.

[4] Lettera dello Studio Dalla Valle alla Società Porcheddu del 9 ottobre 1906. Le legge a cui fa riferimento l’Ingegnere Zuccato nella medesima lettera si riferisce ai provvedimenti “a sollievo dei danneggiati dalle alluvioni del primo semestre 1905…” (https://www.gazzettaufficiale.it/).

[5] In base alla Legge 13 Luglio 1905 n. 400 il Comune di Calvene ottenne come sussidio governativo per la ricostruzione del ponte sull’Astico lire 8250,00.

Fig. 1 Primo progetto architettonico per il ponte sull’Astico a Calvene, con quattro campate.
Progetto inviato dalla Società Porcheddu nel settembre 1905 allo studio thienese Dalla
Valle-Zuccato (da LIVERANI 2010/2011)
Fig. 2 Ulteriore progetto architettonico per il ponte sull’Astico a Calvene, con due campate.
Progetto inviato dalla Società Porcheddu nell’ottobre 1905 allo studio thienese Dalla
Valle-Zuccato (da LIVERANI 2010/2011)
Fig. 3 Progetto definitivo per il ponte sull’Astico di Calvene inviato con lettera del 29 maggio
1907 dalla Società Porcheddu agli ingegneri Quirino Dalla Valle e Adelchi Zuccato (da
LIVERANI 2010/2011)
Il Ponte prima della ristrutturazione dell’estate 2004

Piena dell’Astico durante i lavori di ristrutturazione e consolidamento statico (estate 2004)

Il Ponte dopo l’intervento di ristrutturazione e consolidamento