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Marcia per la Pace

Domenica 4 febbraio 2024 si è svolta a Thiene una partecipata Marcia per la Pace, organizzata dall’Associazione Sentieri di Pace con il motto “Mediatori di Pace”.

In Piazza Chilesotti, la preghiera interreligiosa per la Pace.

Rappresentanti delle diverse fedi (ortodossa, ebraica, cattolica, musulmana) hanno letto preghiere, dando vita ad un momento di profonda condivisione e unità in nome della Pace nel mondo.

Alla Marcia hanno partecipato Associazioni, famiglie, giovani e bambini che hanno reso la manifestazione un’occasione inclusiva e rappresentativa delle diversità presenti nella comunità.

Un’occasione per riflettere sui tanti conflitti aperti nel Mondo.

Due in particolare ci toccano da vicino: Ucraina e Gaza

A seguire lo stato attuale dei due conflitti.

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Ucraina: Il conflitto russo-ucraino iniziato, di fatto, a febbraio 2014 descritto nell’ articolo del 26 febbraio 2022.

Salviamo il mondo dalla follia della guerra

Conflitto poi esploso, in modo violento, il 24 febbraio 2022 e ripreso nel nostro secondo articolo, il 5 ottobre 2022, dal titolo:

Che cosa deve ancora succedere ?

La situazione sul campo in Ucraina. Fonte: Ispi

Sono ormai trascorsi due anni dall’inizio della guerra e oggi il conflitto ha raggiunto un punto che sembra senza via d’uscita.

Secondo il New York Times, da fonti di funzionari USA, il numero totale di soldati ucraini e russi, uccisi o feriti dall’inizio della guerra, si avvicina a 500.000.

Le perdite militari russe si avvicinano a 300.000 (numero che comprende 120.000 morti e 170.000/180.000 feriti). Sul fronte ucraino le perdite militari si avvicinano invece a 190.000 (di cui 70.000 morti e 100.000/120.000 feriti).

Anche i civili continuano a pagare un prezzo altissimo nella guerra, sono ormai 10.000 i morti e decine di migliaia di feriti dall’inizio del conflitto nel febbraio 2022.

La controffensiva Ucraina si sta rivelando molto impegnativa, mancano soldati. Questo costringe gli ucraini a reclutare nuove risorse umane, ma il reperimento delle persone sta incontrando forti difficoltà al punto che nel Parlamento Ucraino stanno discutendo le regole per una nuova legge di mobilitazione. L’obbiettivo dichiarato è di trovare 450.000-500.000 uomini. Il progetto della nuova legge prevede regole più severe per la registrazione ed eventuali esenzioni con una stretta rispetto alla serie di eccezioni precedenti, introduzione e inasprimento delle pene per chi tenta di sottrarsi alla mobilitazione (dal blocco dei conti bancari, al divieto di vendita di immobili, al ritiro della patente). In discussione c’è anche la possibilità di intervenire sugli ucraini all’estero per costringerli a ritornare per la prossima mobilitazione.

Dall’altra parte i russi starebbero concentrando altri 500.000 uomini nel Donbass, nella zona del Donetsk, per preparare il campo ad una nuova offensiva in primavera.

Il futuro diventa sempre più incerto.

È indispensabile che Europa Stati Uniti e Cina siano, il più presto possibile, i promotori di un tavolo di Pace.

L’UNHCR (Alto Commissariato Nazioni Unite per i Rifugiati) stima in 6,3 milioni i rifugiati Ucraini in Europa e nel resto del mondo; quasi il 15 % della popolazione pre-guerra. Alcuni di loro hanno perso tutto e non torneranno più nei luoghi di origine.

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Gaza

Del conflitto tra Israele e Hamas ne abbiamo parlato nell’articolo pubblicato il 23 Ottobre 2023, questo il link:

conflitto Israelo-Palestinese

A quattro mesi dal tragico 7 ottobre, il conflitto tra Israele e Hamas ha causato un numero di vittime inimmaginabili.

Le Nazioni Unite non sono in grado di verificarne il numero preciso; i dati forniti dal Ministero della Sanità palestinese a Gaza parla di (25.000 palestinesi uccisi a Gaza, di cui il 70 % donne e bambini) mentre le autorità israeliane dichiarano (1.200 israeliani uccisi).

Quasi due milioni di persone sono state forzate a lasciare le proprie case e il 30% delle infrastrutture civili di Gaza sono state distrutte.

È indispensabile un cessate il fuoco immediato e permanente. Solo così la popolazione di Gaza riuscirà ad avere accesso all’aiuto umanitario necessario.

Il 18 gennaio scorso, Il Parlamento europeo, ha approvato una risoluzione, dal forte valore simbolico, ma non legalmente vincolante, che chiede un cessate il fuoco immediato, permanente e incondizionato ed il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e di tutti i palestinesi sottoposti a misure di detenzione amministrativa e detenuti come prigionieri politici.

Il Parlamento europeo ha chiesto inoltre di supportare i lavori della Corte internazionale di giustizia affinché i responsabili di violazioni del diritto internazionale affrontino le conseguenze. 

Una riflessione è d’obbligo: tutti noi vogliamo che gli ostaggi israeliani possano tornare a casa e che Hamas, come organizzazione terroristica, venga smantellata, ma non è pensabile aspettare che anche l’ultimo terrorista di Hamas venga catturato per smettere di bombardare i civili della Striscia di Gaza. 

Per combattere il terrorismo, serve strategia e tempo; non si può pensare di farlo bombardando a tappeto e uccidendo 25 mila civili.  

La risoluzione ribadisce si, il diritto di Israele a difendersi, ma condanna la risposta militare sproporzionata a Gaza, chiedendo di riprendere gli sforzi volti a trovare una soluzione politica al conflitto mediorientale.

Nella risoluzione si chiede inoltre un’iniziativa europea per rilanciare la soluzione dei due Stati, e l’assoluta necessità di riavviare immediatamente il processo di pace. 

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Tragico naufragio di migranti: si temono oltre 100 morti.

Tragico naufragio di migranti a Cutro (Crotone): si temono oltre 100 morti. Non c’è ancora un numero attendibile delle persone che erano a bordo.

Secondo alcuni superstiti sarebbero stati circa 180. Per altri molti di più, almeno 250. Al momento sono state recuperate 80 persone vive e sono stati trovati 67 cadaveri lungo il litorale di Steccato di Cutro. Tra le vittime, molti bambini e molte donne.

Dalle coste turche alla Calabria. Un viaggio pericoloso, lunghissimo, sempre più praticato dai trafficanti dopo che la Grecia ha rafforzato i controlli terrestri e i respingimenti via mare, con la Turchia.

Le vittime del naufragio provenivano da Iraq, Iran, Afghanistan e Siria. Si trattava di uno dei tanti viaggi della speranza che segue la rotta turca, quella più battuta dai migranti provenienti dai Paesi dell’area. I migranti erano a bordo di un grosso barcone di legno. L’imbarcazione, però, non ha retto alla forza del mare e si è spaccata a pochi metri dalla costa….. Una tragedia immane.

Non possiamo continuare a ripetere le parole che abbiamo sprecato in eventi tragici simili a questo, che hanno reso il Mediterraneo in venti anni un grande cimitero.

Unicef: quasi 26mila morti dal 2014

“Queste morti non possono che generare vergogna”

Monsignor Gian Carlo Perego, presidente Cemi e Fondazione Migrantes, chiede con urgenza un impegno europeo per un’operazione Mare Nostrum, “che metta strettamente in collaborazione le istituzioni europee, i Paesi europei, la societa’ civile europea rappresentata dalle Ong”.

La collaborazione “con i Paesi del Nord Africa non puo’ limitarsi a interessi energetici o a sostegni per impedire i viaggi della speranza – sostiene monsignor Perego – ma deve portare a un canale umanitario permanente e controllato nel Mediterraneo verso l’Europa”.

“Le risorse – continua il presule – vanno investite nella tutela della vita, nell’accompagnamento delle persone non in muri o campi disumani. La vita e il futuro dell’Europa dipende da come si accoglie, tutela, promuove e integra le persone in cammino”.

Il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ha richiamato la comunità internazionale ad un grande impegno per rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti; guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà, territori resi inospitali dal cambiamento climatico”.  Mattarella sollecita l’Unione europea ad assumersi “la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanza di prospettive”. 

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Che cosa deve ancora succedere ?

Era il 26 febbraio 2022 quando pubblicammo, in questo sito, nella rubrica Sguardo nel Mondo, l’articolo Salviamo il mondo dalla follia della guerra cercando di capire le ragioni del nascente conflitto Russo-Ucraino.

Ora, a più di sette mesi da quel giorno, l’andamento della guerra in Ucraina è diventato talmente grave, devastante e minaccioso, da suscitare grande preoccupazione.

Una guerra che ha già fatto migliaia di morti tra i civili, decine di migliaia tra i militari e innescato una crisi energetica mondiale con gravi conseguenze, anche sotto l’aspetto alimentare, soprattutto in alcune delle nazioni più povere del pianeta.

L’Unione Europea ora, più che mai, deve operare con una sola voce, diventando un affidabile intermediatore e non delegando solo agli Stati Uniti d’America e alla NATO decisioni che riguardano in primo luogo l’Europa.

A seguire alcuni passi dell’accorato appello di Papa Francesco di domenica 2 ottobre.

“Deploro vivamente la grave situazione creatasi negli ultimi giorni, con ulteriori azioni contrarie ai principi del diritto internazionale. Essa, infatti, aumenta il rischio di un’escalation nucleare, fino a far temere conseguenze incontrollabili e catastrofiche a livello mondiale”.

“Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili. E tali saranno se fondate sul rispetto del sacrosanto valore della vita umana, nonché della sovranità e dell’integrità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti delle minoranze e delle legittime preoccupazioni”.

“Il mio appello si rivolge innanzitutto al Presidente della Federazione Russa, supplicandolo di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte. D’altra parte, addolorato per l’immane sofferenza della popolazione ucraina a seguito dell’aggressione subita, dirigo un altrettanto fiducioso appello al Presidente dell’Ucraina ad essere aperto a serie proposte di pace. A tutti i protagonisti della vita internazionale e ai responsabili politici delle Nazioni chiedo con insistenza di fare tutto quello che è nelle loro possibilità per porre fine alla guerra in corso, senza lasciarsi coinvolgere in pericolose escalation, e per promuovere e sostenere iniziative di dialogo”.

“Per favore, facciamo respirare alle giovani generazioni l’aria sana della pace, non quella inquinata della guerra, che è una pazzia!”

Ognuno di noi può dare il proprio sostegno partecipando alle Manifestazioni indette a favore della Pace.

Salviamo il mondo dalla follia della guerra

Antonio Dalla Stella

Il Donbass è una parte dell’Ucraina orientale suddivisa in tre regioni, Donetsk, Luhansk e Dnipropetrovsk a circa 700 km da Kiev. L’instabilità del Donbass ha radici profonde, ma fu nel 2014 quando la Russia invase la Crimea, la penisola dell’Ucraina meridionale, oggi Repubblica autonoma ma di fatto federata alla Russia, che gruppi nostalgici dell’ex Unione Sovietica, finanziati da Mosca, riuscirono a prendere il controllo di una parte del territorio dichiarandone l’indipendenza e chiedendo la secessione dall’Ucraina attraverso un referendum. Referendum, non riconosciuto a livello internazionale, che secondo gli organizzatori si chiuse con grande maggioranza a favore dell’indipendenza. Dopo la dichiarazione di indipendenza, nel maggio 2014, iniziò il conflitto con l’Ucraina che causò più di 13.000 morti; civili in fuga e città abbandonate.

Gli scontri si fermarono temporaneamente con gli accordi di Minsk, siglati nel 2015 da Russia e Ucraina.

Gli accordi prevedevano il ritorno delle regioni ribelli all’Ucraina, in cambio di maggiore autonomia. Ma gli accordi non furono mai rispettati, tra l’indifferenza dei grandi e la paura di ritorsioni.

Vi sono poi ragioni storiche, culturali ed etniche. In queste regioni, la cultura russa è dominante, a scuola si studia la versione sovietica della storia, in televisione i canali trasmettono programmi in lingua russa e anche la chiesa ortodossa locale si è staccata da quella ucraina per legarsi a quella della madre Russia accrescendo, sempre più, la tensione tra Russia e Ucraina.

Nel 2018 il «Concilio di unificazione» riunito a Kiev ha sancito la nascita di una Chiesa ortodossa nazionale ucraina autocefala, cioè indipendente dal Patriarcato di Mosca. Il riconoscimento della Chiesa ucraina da parte del patriarca di Costantinopoli Bartolomeo ha rappresentato una spaccatura drammatica nel mondo ortodosso. 

Una ferita che non rappresenta un deterrente alla guerra, ma una ferita dentro le società, difficile da risanare.

E’ in questa complessa situazione, che la diplomazia vaticana cerca di mediare tra i contendenti.


…E arriviamo a questi ultimi giorni in cui Putin ha riconosciuto unilateralmente la Repubblica di Donetsk e la Repubblica di Luhansk e fatto entrare i suoi carri armati.

L’invasione dell’Ucraina, perché di questo ora si tratta, non si è fermata nel Donbass, ma è proseguita con l’obiettivo di arrivare a Kiev e stabilirne il controllo russo.

Esprimiamo con forza “Solidarietà al popolo ucraino e ferma condanna all’invasione russa”.

…. La guerra è entrata in Europa.

E’ indispensabile, prima che sia troppo tardi, fermare questa guerra, mettendo in campo ogni strumento di mediazione possibile.

Va stabilito un negoziato su tutti i fronti per trovare un compromesso verso la Pace, prima che l’escalation della guerra prenda definitivamente il sopravvento.

Lo stà facendo Papa Francesco, con la visita di ieri all’Ambasciata russa presso la Santa Sede, deve continuare a farlo l’Europa, con l’impegno dei vertici europei, del Presidente della repubblica francese Macron, del Cancelliere tedesco Scholz e l’Italia con la credibilità internazionale acquisita negli anni da Draghi.

Ognuno di noi può dare il proprio sostegno partecipando alle Manifestazioni indette a favore della Pace.

“Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male”.   

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Raccolta Materiale in aiuto alla popolazione Ucraina promossa da Associazioni LiberaMente e Pro Loco Calvene

Domenica 6 marzo 2022 dalle 9.00 alle 12.00 Sala polivalente

https://www.viverecalvene.it/wp-content/uploads/2022/03/RACCOLTA-MATERIALE.pdf

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