Vivere Calvene

Sito Ufficiale del Gruppo Consiliare "Vivere Calvene" (Giugno 2019 - Maggio 2024)

8 marzo 2022 Giornata Internazionale della donna

Cinzia Sartori

Il tema della Giornata Internazionale della Donna di quest’anno è “Uguaglianza di genere oggi per un domani sostenibile”.

Le Nazioni Unite celebreranno la data con un atto virtuale e una tavola rotonda a cui parteciperanno le più alte cariche delle Nazioni Unite, la Presidente della Commissione delle Nazioni Unite sullo Status delle Donne, Geraldine Byrne Nason e la direttrice dell’Agenzia Onu per la promozione della parità di genere, Sima Sami Bahous, oltre che numerosi attivisti per l’uguaglianza di genere e il cambio climatico.

Il tema scelto vuole mettere in risalto e riconoscere il contributo delle donne, ragazze e bambine di tutto il mondo che stanno guidando gli sforzi per rispondere, mitigare ed adattarsi ai cambiamenti climatici.

La sfida continua di potenziare l’uguaglianza di genere è essenziale per permettere un’ampia partecipazione delle donne relativamente alla sostenibilità ambientale e alla riduzione dei rischi ambientali, questione che si ripercuote nello sviluppo economico e sociale.

Il tema scelto è poi in perfetta armonia con il tema della 66° sessione della Commissione sullo Status delle donne che avrà luogo dal 14 al 25 marzo 2022 e che si concentrerà sull’uguaglianza di genere nel contesto del cambiamento climatico, l’ambiente e la riduzione del rischio di disastri.

Già nell’autunno dello scorso anno, durante la  Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (COP26) a Glasgow, molti paesi hanno proposto di incorporare l’uguaglianza di genere in tutte le loro  azioni sul clima.

Il  Regno Unito ha definito il modo in cui 165 milioni di sterline di finanziamenti affronteranno la doppia sfida della disuguaglianza di genere e del cambiamento climatico; la Bolivia  si è impegnata a promuovere la leadership delle donne, attraverso il loro coinvolgimento in progetti di sviluppo sostenibile e la Germania ha annunciato una nuova strategia di genere nell’ambito della sua Iniziativa Internazionale sul Clima.

Il Centro di Ateneo «Elena Cornaro» per i saperi, le culture e le politiche di genere dell’Università di Padova ha svolto uno studio sull’obiettivo 5 della Agenda 2030 Onu sottolineando come il raggiungimento della parità di genere sia uno degli obiettivi più difficili da raggiungere ma che avrà effetto a cascata sul raggiungimento degli altri 17 obiettivi.

Le donne e le ragazze, secondo il rapporto di UN Women, hanno il 4% di probabilità in più rispetto agli uomini di vivere in estrema povertà, e un rischio del 10% più elevato di affrontare condizioni di insicurezza alimentare. Se il 70% delle persone che nel mondo vivono nell’indigenza, secondo le stime Onu, sono donne, appare chiaro come esse siano maggiormente colpite da eventi meteorologici estremi, da perdita di produttività agricola per il sostegno familiare e morte.

Inoltre in molti paesi in via di sviluppo, la combinazione di stereotipi di genere e alti costi scolastici porta  molte famiglie a decidere di far abbandonare la scuola a una ragazza su cinque tra i 13 e i 14 anni.

L’accesso alla formazione, all’istruzione, alla tecnologia, alle risorse finanziarie, al processo decisionale politico rimane limitato per le donne a causa di pregiudizi persistenti e  il problema non riguarda solo i paesi in via di sviluppo.

La nota metafora “soffitto di cristallo” viene usata per indicare le barriere sociali, culturali e psicologiche che impediscono a molte donne di raggiungere posizioni di vertice e responsabilità in ambito professionale.

Il settimanale d’informazione politica-economica in lingua inglese The Economist, l’8 marzo del 2013,  ha creato il “glass ceiling Inditex“ che è il nome di un indicatore che misura ( in 29 paesi) il grado di disuguaglianza  di genere attraverso i dati raccolti da organizzazioni quali la Commissione Europea, l’Organizzazione Internazionale per il Lavoro e l’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico, in materia di istruzione, partecipazione alla forza lavoro, retribuzioni, diritto di maternità, costi per l’accudimento dei bambini e presenza in posti di lavoro a livello dirigenziale.

Anche l’’indice sulla parità di genere sviluppato dall’European Institute for Gender Equality (EIGE), un’agenzia dell’Unione Europea che si adopera per rendere l’uguaglianza di genere una realtà all’interno e all’esterno dell’UE, conferma che i progressi nell’UE avvengono molto lentamente. https://eige.europa.eu/gender-equality-index/2021

Il messaggio del Segretario Generale Antonio Guterres per la Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella Scienza 2022 (celebratosi venerdì 11 febbraio) conferma questi dati:

“Oggi, solo un ricercatore scientifico e ingegneristico su tre al mondo è una donna.

Barriere strutturali e sociali impediscono alle donne e alle ragazze di entrare e progredire nel campo scientifico.  La pandemia da COVID-19 ha ulteriormente accresciuto le disuguaglianze di genere, dalla chiusura delle scuole all’aumento della violenza e ad un maggiore onere nell’assistenza domiciliare.Questa disuguaglianza sta privando il nostro mondo di enormi talenti e di innovazione. Abbiamo bisogno del punto di vista delle donne per garantire che la scienza e la tecnologia funzionino per tutti.

Possiamo – e dobbiamo – agire. Con politiche che riempiano le aule di ragazze che studiano tecnologia, fisica, ingegneria, matematica.

Con misure mirate per garantire alle donne opportunità di crescita e leadership presso laboratori, istituti di ricerca e università.

Con determinazione per porre fine alla discriminazione e agli stereotipi sulle donne nella scienza”.

Giornata Internazionale delle donne e ragazze nella scienza 2022.

A giugno 2021 è stata eletta Daniela Mapelli, (2021-2027) prima donna nella storia del BO e prima donna rettrice in 800 anni di storia dell’Ateneo patavino dove, per inciso, nel 1678 ottenne la laurea, prima donna al mondo, la nobile veneziana Elena Lucrezia Cornaro.

La rettrice in un’intervista al Corriere della Sera del 24 giugno 2021 afferma  che “è arrivato il momento per le donne di pretendere […] di proporsi in ogni ruolo di leadership…Donne e uomini devono avere le stesse possibilità in ogni campo. Per questo è necessario un cambiamento culturale. All’Università di Padova abbiamo messo in atto la premialità di genere: vengono premiati i dipartimenti che aumentano la presenza femminile. Continuiamo a sollecitare ricercatrici e docenti a mettersi in gioco per incarichi di responsabilità e vertice. E naturalmente incentiviamo il congedo di paternità…..Dobbiamo fare in modo che ci siano sempre più donne al vertice. E che ogni donna che arriva in un incarico di potere mantenga la propria personalità, senza cercare di adeguarsi a un modello di leadership maschile”.

Un passo in questa direzione è stato fatto dal Consiglio Regionale del Veneto che il giorno 8 febbraio 2022 ha approvato all’unanimità la proposta di legge “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno all’occupazione femminile stabile e di qualità”.

Concretamente si tratta di agevolazioni da corrispondere alle imprese inserite nella lista delle attività “virtuose” nei confronti delle donne:  tutte le  iniziative per conciliare tempi di vita e di lavoro vengono valutati positivamente, la  tutela della maternità così come se un’azienda assume donne vittime di violenza. Vengono assegnate maggiori sanzioni nel caso di molestie, di sfruttamento e di dimissioni “in bianco”. Verrà poi istituito uno «Sportello Donna» per agevolare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro con l’obiettivo finale  di ridurre il distacco in busta paga tra uomini e donne, attualmente al 3,7% nel settore pubblico e addirittura 20,7% nel privato: una differenza dovuta anche ad una mancanza di condivisione dei compiti di cura e accudimento dei figli e da carriere bloccate da part-time involontario (cioè non richiesto dalla lavoratrice ma proposto come condizione contrattuale dal datore di lavoro).

Condividiamo https://www.yo#posso essere quello che voglio la campagna che UNICEF Italia rilancia per la promozione della parità di genere a tutti i livelli, un messaggio di speranza per tutte le donne.

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8 Marzo 2022

INSIEME CON TUTTE LE DONNE CHE SI OPPONGONO ALLA GUERRA E COSTRUISCONO UN FUTURO DI PACE

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Salviamo il mondo dalla follia della guerra

Antonio Dalla Stella

Il Donbass è una parte dell’Ucraina orientale suddivisa in tre regioni, Donetsk, Luhansk e Dnipropetrovsk a circa 700 km da Kiev. L’instabilità del Donbass ha radici profonde, ma fu nel 2014 quando la Russia invase la Crimea, la penisola dell’Ucraina meridionale, oggi Repubblica autonoma ma di fatto federata alla Russia, che gruppi nostalgici dell’ex Unione Sovietica, finanziati da Mosca, riuscirono a prendere il controllo di una parte del territorio dichiarandone l’indipendenza e chiedendo la secessione dall’Ucraina attraverso un referendum. Referendum, non riconosciuto a livello internazionale, che secondo gli organizzatori si chiuse con grande maggioranza a favore dell’indipendenza. Dopo la dichiarazione di indipendenza, nel maggio 2014, iniziò il conflitto con l’Ucraina che causò più di 13.000 morti; civili in fuga e città abbandonate.

Gli scontri si fermarono temporaneamente con gli accordi di Minsk, siglati nel 2015 da Russia e Ucraina.

Gli accordi prevedevano il ritorno delle regioni ribelli all’Ucraina, in cambio di maggiore autonomia. Ma gli accordi non furono mai rispettati, tra l’indifferenza dei grandi e la paura di ritorsioni.

Vi sono poi ragioni storiche, culturali ed etniche. In queste regioni, la cultura russa è dominante, a scuola si studia la versione sovietica della storia, in televisione i canali trasmettono programmi in lingua russa e anche la chiesa ortodossa locale si è staccata da quella ucraina per legarsi a quella della madre Russia accrescendo, sempre più, la tensione tra Russia e Ucraina.

Nel 2018 il «Concilio di unificazione» riunito a Kiev ha sancito la nascita di una Chiesa ortodossa nazionale ucraina autocefala, cioè indipendente dal Patriarcato di Mosca. Il riconoscimento della Chiesa ucraina da parte del patriarca di Costantinopoli Bartolomeo ha rappresentato una spaccatura drammatica nel mondo ortodosso. 

Una ferita che non rappresenta un deterrente alla guerra, ma una ferita dentro le società, difficile da risanare.

E’ in questa complessa situazione, che la diplomazia vaticana cerca di mediare tra i contendenti.


…E arriviamo a questi ultimi giorni in cui Putin ha riconosciuto unilateralmente la Repubblica di Donetsk e la Repubblica di Luhansk e fatto entrare i suoi carri armati.

L’invasione dell’Ucraina, perché di questo ora si tratta, non si è fermata nel Donbass, ma è proseguita con l’obiettivo di arrivare a Kiev e stabilirne il controllo russo.

Esprimiamo con forza “Solidarietà al popolo ucraino e ferma condanna all’invasione russa”.

…. La guerra è entrata in Europa.

E’ indispensabile, prima che sia troppo tardi, fermare questa guerra, mettendo in campo ogni strumento di mediazione possibile.

Va stabilito un negoziato su tutti i fronti per trovare un compromesso verso la Pace, prima che l’escalation della guerra prenda definitivamente il sopravvento.

Lo stà facendo Papa Francesco, con la visita di ieri all’Ambasciata russa presso la Santa Sede, deve continuare a farlo l’Europa, con l’impegno dei vertici europei, del Presidente della repubblica francese Macron, del Cancelliere tedesco Scholz e l’Italia con la credibilità internazionale acquisita negli anni da Draghi.

Ognuno di noi può dare il proprio sostegno partecipando alle Manifestazioni indette a favore della Pace.

“Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male”.   

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Raccolta Materiale in aiuto alla popolazione Ucraina promossa da Associazioni LiberaMente e Pro Loco Calvene

Domenica 6 marzo 2022 dalle 9.00 alle 12.00 Sala polivalente

https://www.viverecalvene.it/wp-content/uploads/2022/03/RACCOLTA-MATERIALE.pdf

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Unire NON Dividere

Due anni di pandemia stanno lasciando il segno.  I paesi, le città si stanno spegnendo anche senza lockdown; tante persone sono ormai sparite dal vivere comunitario.

Psicologicamente si sta facendo strada un sentimento di rinuncia alla vita collettiva, alla condivisione del tempo e delle esperienze; una propensione a chiudersi in casa come lo spazio dove ormai si consuma tutto, dal lavoro al tempo libero.

Serve ora, più che mai, uno sforzo collettivo per cercare di riprendersi un “nuovo modo di vivere la normalità”.

Le Associazioni di Calvene hanno saputo cogliere questa sfida, hanno deciso che questa sfida si può vincere unendo le forze, nel fare insieme”, proporre, provare e anche le cose che sembrano impossibili si possono realizzare. Ed è così che nasce il “Progetto Panchine Parlanti” avente come obiettivo il ripristino delle panchine dislocate nei vari punti del paese.

Un ripristino “a tema” che attraverso colorazioni, grafica e frasi, dia “parola e voce” alle panchine stesse proponendo temi di attualità o ricordando/celebrando giornate particolarmente significative. Un Progetto a costo zero per il Comune in quanto materiali e lavoro previsti sono a carico delle Associazioni.

In un “paese normale” il Progetto sarebbe già concluso e la cittadinanza ne trarrebbe spunti quotidiani di riflessione; ma siamo a Calvene e i tempi sono un po’ diversi.

I fatti:

  • ai primi di agosto 2021 sei Associazioni del paese hanno presentato il Progetto indirizzato a Sindaco, Giunta e Consiglio comunale;
  • ai primi di ottobre, 60 giorni dopo, non essendo pervenuta alcuna risposta dall’Amministrazione, contattati dalle Associazioni, abbiamo presentato una Interpellanza al Sindaco;
  • sono passati quattro mesi, agosto, settembre, ottobre, novembre, in quattro mesi il Sindaco, con delega “rapporti con le Associazioni”, non ha trovato mezz’ora per contattare o rispondere alle Associazioni;
  • l’Interpellanza è stata inserita nell’ordine del giorno del Consiglio comunale del 13 dicembre scorso.

In Consiglio comunale nessuna risposta da parte del Sindaco a cui era rivolta l’Interpellanza; l’Assessore ai Lavori pubblici legge una sua risposta.

Una risposta inappropriata, dai contenuti discutibili e dalla forma poco rispettosa, sia nei confronti delle Associazioni, che del Gruppo di minoranza.

Sono le iniziative di coesione sociale, di partecipazione attiva alla vita collettiva che aiutano a costruire il futuro di Calvene. E su questo aspetto, purtroppo, non si possono ignorare le scelte divisive fatte da questa Amministrazione.

Un grazie sincero va rivolto alle Associazioni di Calvene che durante la scorsa estate, nel rispetto delle regole imposte dal Covid, hanno saputo organizzare sei interessanti momenti di incontro (vedi in questo sito nella rubrica Associazioni, le iniziative promosse).

Interpellanza e documenti

https://www.viverecalvene.it/wp-content/uploads/2022/02/Interpellanza-e-interventi.pdf

27 gennaio “Giorno della Memoria”

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.

Le leggi razziali, emanate dal regime fascista nel 1938, escludevano gli Ebrei dalle scuole, da molte professioni, dalla vita sociale. La deportazione e lo sterminio iniziarono dopo il settembre 1943, a seguito del crollo del regime fascista e dell’occupazione tedesca del centro-nord Italia.

Uno dei primi episodi fu il rastrellamento del ghetto di Roma, il 16 ottobre 1943, effettuato da truppe tedesche della Gestapo con la collaborazione di funzionari del regime fascista, nel corso del quale furono catturate oltre 1000 persone.

La Shoah italiana si collocò all’interno di un fenomeno di ben più vaste proporzioni, il genocidio di milioni di Ebrei e di tante altre persone vittime per motivi razziali, politici o religiosi.

A ricordo di questi tragici eventi, l’Italia ha istituito, con Legge n. 211 del 20 luglio 2000, il  “Giorno della Memoria”.

Legge 211/2000:

Art. 1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Art. 2. In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere.

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Auschwitz, Dachau, Mauthausen, Treblinka, Bergen Belsen, campi di sterminio dove giungevano convogli carichi di persone che, dopo una selezione iniziale, che “salvava” temporaneamente coloro che erano in grado di lavorare, inviava gli altri verso la meta cui tutti i deportati erano infine destinati: la camera a gas.

Campi di concentramento e transito con destinazione Auschwitz

In Italia, i convogli destinati ad Auschwitz, partivano dai campi di transito di Bolzano, Montorio Veronese, Fossoli in provincia di Modena e dalla Risiera di San Sabba, a Trieste, che fu anche campo di concentramento.

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In visita ad Auschwitz – luglio 2016

Studenti Israeliani – Viaggi della Memoria nei lager

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Primo Levi: a commento del suo libro “Se questo è un uomo”

Nei mesi in cui questo libro è stato scritto, e cioè nel 1946, il nazismo e il fascismo sembravano veramente senza volto: sembravano ritornati al nulla, svaniti come un sogno mostruoso, giustamente e meritatamente, così come spariscono i fantasmi al canto del gallo. Come avrei potuto coltivare rancore, volere vendetta, contro una schiera di fantasmi ?

Non molti anni dopo, l’Europa e l’Italia si sono accorti che questa era una ingenua illusione: il fascismo era ben lontano dall’essere morto, era soltanto nascosto, incistato; stava facendo la sua muta, per ricomparire poi in una veste nuova, un po’ meno riconoscibile, un po’ più rispettabile, più adatta al nuovo mondo che era uscito dalla catastrofe della seconda guerra che il fascismo stesso aveva provocata.

Devo confessare che davanti a certi visi nuovi, a certe vecchie bugie, a certe figure in cerca di rispettabilità, a certe indulgenze, a certe connivenze, la tentazione dell’odio la provo, ed anche con una certa violenza: ma io non sono un fascista, io credo nella ragione e nella discussione come supremi strumenti di progresso, e perciò all’odio, antepongo la giustizia.

Per non dimenticare

Biblioteca Aperta ! Ma non per Tutti !

Da più di dieci anni l’Associazione LiberaMente organizza a Calvene corsi di Italiano per stranieri.   I benefici di coloro che frequentano sono tangibili; per le badanti la possibilità di dialogare e svolgere con maggior professionalità il loro lavoro di cura delle persone deboli, per le mamme la possibilità di apprendere la lingua e dialogare più facilmente con i ragazzi nello svolgimento dei compiti e per tutti, aiutare all’integrazione.

Ai corsi hanno sempre partecipato sia persone di Calvene che persone di Lugo, con trasporto messo a disposizione dal Comune di Lugo; le lezioni venivano svolte nella sala della Biblioteca civica di Calvene “Raffaella Testolin”.   A seguito restrizioni dovute alla pandemia Covid, l’Associazione LiberaMente ha proposto lo sdoppiamento del corso al fine di evitare classi numerose ed evitare spostamenti da un Comune all’altro. L’accesso al corso è consentito solo con Green Pass e nel rispetto delle norme Covid.

Quest’anno le lezioni sono frequentate da otto persone a Calvene e dodici persone a Lugo; sono seguite da otto volontari, quattro a Calvene e quattro a Lugo che per sette mesi dedicano due ore la settimana all’insegnamento. 

A seguito della decisione di Sindaco e Giunta di non concedere quest’anno l’uso dei locali della Biblioteca per lo svolgimento delle lezioni, come Gruppo Consiliare “Vivere Calvene”, abbiamo presentato in Consiglio comunale una Mozione, avente come oggetto: “Indirizzo sull’uso dei locali della Biblioteca per il corso di italiano per stranieri”, per poter approfondire e discutere sull’ argomento.

La Mozione è stata posta in discussione nel Consiglio comunale del 13 dicembre.     All’inizio del Consiglio, il Segretario comunale ha chiesto al Consigliere Dalla Stella di uscire dall’aula al momento della discussione della Mozione, per possibile conflitto di interessi (?????).

Il voto contrario alla Mozione, espresso da Sindaco, Giunta e Consiglieri di maggioranza rappresenta, a nostro avviso, una brutta pagina del Consiglio comunale, un comportamento non in linea con i valori espressi nell’art. 1 dello Statuto del Comune di Calvene (… il Comune… favorisce ogni iniziativa rivolta a promuovere il processo di integrazione dei cittadini stranieri in seno alla comunità locale….) e poco rispettoso dell’impegno profuso, da anni, dai Volontari dell’Associazione.

Un impegno non indifferente per una Associazione di Volontariato, regolarmente iscritta al Registro regionale delle Associazioni di Volontariato. Un impegno di persone ed economico, dai libri di testo, alle Assicurazioni dei volontari e degli studenti nonché, un minimo contributo spese alla Parrocchia per usufruire dei locali gentilmente concessi come sede del corso.

“Vorremmo riproporre qui la domanda a Sindaco, Giunta e Gruppo consiliare di maggioranza, perché i locali della Biblioteca sono aperti al pubblico e non sono disponibili due ore la settimana per il corso di italiano? 

Una soluzione si sarebbe sicuramente trovata, bastava un maggiore impegno e assunzione di responsabilità da parte di chi detiene la delega all’istruzione e cultura, come è successo in altri Comuni dove gli stessi corsi si tengono regolarmente.                   

                                          Gruppo consiliare “Vivere Calvene”  

Mozione: https://www.viverecalvene.it/wp-content/uploads/2022/01/Mozione-Corso-Italiano.pdf

Condividere, anzi NO

Il Consiglio comunale è il luogo di massima rappresentanza democratica dei cittadini.  Partecipare al Consiglio comunale non deve essere una formalità, è un onore.

“Vivere Calvene” ha, da subito, interpretato il Consiglio comunale come il luogo dove gli argomenti vanno approfonditi, discussi, dove ci si confronta, dove opinioni diverse possono trovare sintesi.

Questo è il ruolo che ci è stato assegnato dagli Elettori e noi continueremo ad interpretarlo con le nostre proposte, utili a Calvene.

Ma purtroppo “condividere”  non fa parte di questa maggioranza.

Ogni nostra proposta è ignorata da Sindaco, Giunta e Consiglieri di maggioranza.

Alcuni esempi:

  • nel Consiglio comunale del 29 marzo 2021, a seguito del passaggio della delega sui Servizi Sociali dall’ Unione Montana al Comune, vista l’importanza dell’argomento, avevamo chiesto di parlarne in un Consiglio comunale specifico, nulla è stato fatto;
  • sempre nel Consiglio del 29 marzo, in occasione del rendiconto 2020 avevamo chiesto un dibattito ed una relazione informativa sulla gestione Covid, nessuna risposta;
  • nel Consiglio comunale del 27 luglio, a precisa richiesta sulla destinazione di fondi per incarichi professionali esterni, il Sindaco, con delega al Bilancio, ha risposto di rivolgersi alla Ragioneria (contattata la Ragioneria, la risposta è stata di non conoscere la destinazione dei fondi e di rivolgersi all’Ufficio Tecnico, per avere questa risposta è stato sottratto tempo all’attività lavorativa del Consigliere comunale che ha dovuto recarsi in Comune e sottratto tempo agli Uffici comunali).

Ma il Sindaco preferisce riferire ai giornali anziché al Consiglio comunale.

La non risposta non chiude l’argomento, anzi, costringe noi a dedicare tempo a formulare delle specifiche richieste di informazioni e, da parte degli Uffici, dedicare tempo per formulare le risposte (perdite di tempo che potevano essere evitate se il Sindaco, con delega al Bilancio, rispondeva in Consiglio).

Per esempio, poteva comunicare che grazie al “Contributo da Privati per emergenza Covid 19” di 25.000 euro è stato possibile erogare 11.000 euro come contributo straordinario alla Scuola Materna e la parte restante per interventi come “Contributi a Famiglie”.

Al contributo di  25.000 euro, vanno aggiunti  2.000 euro versati dalle Associazioni.

Grazie a questi contributi che hanno reso possibile importanti interventi.

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Finalmente, dopo quattro mesi e mezzo dal 27 luglio, il 13 dicembre 2021 è stato convocato un nuovo Consiglio comunale.

Il numero ridotto di Consigli (tre in un anno) comporta un accumulo di argomenti (ben 18 punti) e l’impossibilità, conseguente, di approfondire tutti gli argomenti iscritti all’ordine del giorno.

A seguire le nostre osservazioni su due punti discussi nel Consiglio del 13 dicembre scorso:

-Variazioni urgenti al Bilancio 2021: un contributo di 10.000 euro, che un Privato ha donato per l’incrocio di via Roma; è stata l’occasione per:

ribadire quanto già detto in fase di approvazione del progetto, ossia della necessità di introdurre nell’incrocio il limite dei 30 km/h perché continua il transito di mezzi a velocità sostenuta;

-proporre che questi 10.000 euro siano destinati,

ad aumentare la sicurezza dei pedoni che transitano nel marciapiede sud (in corrispondenza della casetta e dell’ingresso e uscita di Via Preosa, ossia proteggere i pedoni con una protezione verticale, in quel punto il marciapiede è largo solo mezzo metro)

a costruire una Pensilina per proteggere studenti e persone da intemperie.

Alle nostre osservazioni e proposte, non vi è stata alcuna risposta né da parte del Sindaco, né dall’Assessore con delega ai Lavori pubblici.

Osservazioni e proposte al Bilancio di previsione 2022 e aggiornamento del Documento unico di programmazione triennale (DUP 2022- 2024)

  • Calvene ha un territorio fragile e per questo necessita urgentemente di un Piano per rilevare e prevenire le possibili criticità, al verificarsi di particolari eventi atmosferici:
    • dai dissesti idrogeologici a viabilità alternative in caso di emergenze;
    • interventi per ripulire l’alveo del torrente Chiavona a nord del campo sportivo da piante e detriti accumulati;
    • messa in sicurezza di zone sensibili in caso di abbondanti piogge come la contrada Maglio (il punto più basso del paese).
  • Un Piano Ambientale che trovi sintesi nel Piano degli interventi (che regola l’attività urbanistica) che attendiamo da tempo.
  • Un Piano Ambientale che configuri anche il collettore per la raccolta delle acque reflue di Mortisa nella Chiavona; l’opera è iscritta da più anni a che punto è la pratica? A che punto è l’accordo con il Comune di Lugo di Vicenza e Viacqua?
  • Un Piano Ambientale che investa sulle Energie rinnovabili per produrre energia in modo autonomo con pannelli fotovoltaici, riducendo così i costi dell’energia consumata dal Comune e dalla Scuola.
  • Altre iniziative proposte per la valorizzazione del territorio:
  • in riferimento al Cammino Rigoni Stern, abbiamo suggerito la modifica del tracciato; auspichiamo che l’Amministrazione comunale sia intervenuta nel proporre la modifica suggerita, ossia far sì che il cammino passi per il centro di Calvene (lungo Chiavona, Capitello della peste, alla nostra bellissima Chiesa, per poi ridiscendere nella più antica contrada del paese, il Maglio e riprendere il cammino verso lo storico ponte sul torrente Astico). Il passaggio per il centro permetterebbe di favorire le attività commerciali del paese.
  • Siamo preoccupati invece per la scarsa partecipazione dei rappresentanti del Comune di Calvene ad iniziative di promozione, alcuni esempi:
    • serata organizzata dalla Rassegna Senza Orario Senza Bandiera in collaborazione con il Comune di Calvene del 14 ottobre scorso: nessuna diffusione dei volantini, conclusione, niente pubblico, serata annullata
    • Convegno di sabato 6 novembre progetto Cuore Pedemontana (per promozione del territorio, progetto GAL montagna veneta) organizzato da Unione Montana in Villa Malinverni a Lugo: presenti Breganze, Fara, Salcedo, Lugo, Caltrano, nessuna rappresentanza di Calvene.
    • Percorso ciclo-escursionistico in bici nei paesaggi della Grande Guerra; iniziativa a cui aveva aderito l’amministrazione Finozzi, poi tolta l’adesione dall’attuale Amministrazione. Nelle mappe collocate in montagna spicca l’assenza del Comune di Calvene, sia come tragitto che come Stemma, non è una bella cosa.
  • Attività Culturali e politiche giovanili:
  • aderire all’iniziativa promossa dalla Croce Rossa di Thiene “Connettiamoci” Si tratta di un progetto gratuito di “Inclusione, Educazione, Sostegno”, rivolto agli over 65 avente l’obiettivo di sviluppare la conoscenza di base sull’utilizzo dello smartphone (formazione importante che troverà sicuramente applicazione, in un prossimo futuro, nel campo della tele-medicina);
  • destinare a Bilancio risorse per iniziative rivolte a Giovani e Associazioni (non sono previste Risorse in Bilancio).
  • Gestione Risorse Umane:
  • qualora non ci fosse la garanzia di maggiori entrate in modo continuativo, la strada maestra da percorrere, per non appesantire la struttura del Comune con nuove assunzioni, è quella di esplorare forme innovative di collaborazione con i Comuni vicini di Lugo o Zugliano o con Comuni ben strutturati, anche se più lontani, come Bassano, Schio, Thiene; l’informatica, le reti, non conoscono distanza. Le collaborazioni possono diventare strumento ed occasione di conoscenza e formazione per il Personale.
  • La chiusura di un rapporto di lavoro, proprio per la funzione ricoperta pro-tempore dagli Amministratori, deve avvenire garantendo all’Ente continuità, formazione e professionalità nel passaggio delle consegne. Abbiamo sperimentato purtroppo nove mesi di blocco praticamente totale delle pratiche edilizie a seguito pensionamento del Geometra ed ora stiamo assistendo ad una riduzione da cinque a due giornate dell’apertura dell’ufficio Anagrafe, che finora, oltre alla funzione di Ufficio Anagrafe, svolgeva altre funzioni, tra cui l’importante ruolo di essere il primo accesso alla soluzione/istruttoria delle problematiche economiche e sociali delle persone fragili.
  • In riferimento alla sostituzione della Responsabile Ufficio Anagrafe e Tributi, avvenuta come richiesto dalle normative tramite concorso, sarebbe stato più opportuno, che la Commissione esaminatrice (composta da due funzionari, su tre, che operano nel Comune di Calvene), fosse stata tutta esterna al Comune.

Alle nostre osservazioni e proposte, formulate nei tre interventi, non vi è stata alcuna risposta né da parte del Sindaco, né dall’Assessore con delega ai Lavori pubblici, né da parte dell’Assessore con delega Istruzione e Cultura.

Il nostro voto a Bilancio e Documento Unico di Programmazione: Contrario

Per chi desidera leggere integralmente i nostri interventi su Variazioni, Bilancio e DUP, sono disponibili come allegati alle Delibere di Consiglio n. 25 e 31, consultabili nel sito del Comune di Calvene oppure tramite il seguente link:

https://www.viverecalvene.it/wp-content/uploads/2022/01/documenti-allegati-5.pdf

Buon Natale e Buon Anno alla Comunità di Calvene

Un altro anno è trascorso e purtroppo stiamo ancora vivendo un tempo difficile.

L’alternarsi di speranze e nuovi allarmi crea un clima di costante incertezza, soprattutto nelle famiglie in difficoltà, a cui va la nostra vicinanza e il nostro costante impegno per promuovere, in Consiglio comunale, iniziative a sostegno delle fragilità e non solo.

Continueremo con le nostre proposte, utili a Calvene, anche se costantemente ignorate da Sindaco, Giunta e Consiglieri di maggioranza.

Questo lungo periodo di pandemia ha segnato profondamente il modo di comunicare e di rapportarsi con i cittadini; dai Consigli comunali non aperti al pubblico, alle difficoltà di indire incontri. Da queste limitazioni è nata l’idea del sito internet.

Sfogliando le pagine di questo sito ( www.viverecalvene.it )  troverete informazioni utili su vari argomenti:

  • quanto trattato nei Consigli comunali, con le nostre osservazioni e proposte;
  • approfondimenti su Cultura, Sociale;
  • iniziative delle Associazioni;
  • suggerimenti su Formazione, Social e Lavoro per giovani e non solo;
  • cambiamenti climatici e ricadute nel nostro ambiente;
  • natura, percorsi naturalistici e arte nella rubrica storico-artistica;
  • notizie interessanti nelle varie rubriche “notizie eventi, attualità, sguardo nel mondo, numeri utili, chi siamo”.

Fatta questa premessa ritorniamo al Natale, alla sua particolare atmosfera, riscoprendo luoghi speciali: dalle artistiche rappresentazioni della Natività

Visione virtuale del Presepe

Al nostro straordinario patrimonio naturalistico di Cima Fonte

Alba a Cima Fonte

a scorci delle nostre antiche contrade

Infine l’Augurio a Tutti Voi di ritornare a vivere con normalità, affetti e amicizie.

seguiteci in queste pagine del sito  www.viverecalvene.it

concludiamo con un invito a vaccinarsi, un dovere civico, sociale e morale, a tutela di noi stessi e dei soggetti più fragili.

Cambiamenti Climatici ascoltiamo la Scienza

Cambiamenti climatici, un argomento che dà sempre accompagna l’azione del nostro Gruppo “Vivere Calvene”; un argomento di vitale importanza per le future generazioni.

L’abbiamo introdotto nell’interessante conferenza del dicembre 2019, l’abbiamo poi approfondito nei due articoli pubblicati, il primo nel febbraio 2020, il secondo nel febbraio 2021 (articoli che si possono consultare nella sezione “Argomenti per Categoria” di questo sito).

Questa terribile pandemia, che stiamo vivendo da ormai due anni, non deve assolutamente mettere in secondo piano il problema dei “Cambiamenti climatici”; anzi è proprio l’esperienza acquisita nell’affrontare la pandemia che ci deve indicare la strada per affrontare questa nuova emergenza. Perché di questo si tratta: di una nuova emergenza.

I segnali non mancano:

  • la temperatura media è aumentata continuamente, con inverni più miti ed estati più calde;
  • dal 1901 al 2020 il livello medio del mare è cresciuto di 20 centimetri;
  • la riduzione dell’estensione dei ghiacciai non ha precedenti;
  • le ondate di calore sono sempre più frequenti ed intense (questa estate la temperatura ha toccato 49,6 gradi nel Canada occidentale e 48,8 gradi in Sicilia);
  • piogge e tempeste aumentano di energia dando luogo ad eventi estremi come Vaia, che in poche ore ha raso al suolo milioni di alberi distruggendo decine di migliaia di ettari di foreste alpine.

Da anni i Giovani di tutto il mondo fanno sentire la loro voce preoccupati per il futuro; chiedono di agire ora e subito, chiedono “il diritto di pretendere un futuro”.

Da anni gli scienziati gridano di agire in fretta, come è possibile che queste voci restino inascoltate?

Il Rapporto sul Clima, del 9 agosto 2021, del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (IPCC), è stato definito da Antonio Guterres, Segretario Generale della Nazioni Unite, un “codice rosso per l’umanità”. Nel rapporto si evidenzia come “il clima stia cambiando in maniera più rapida e intensa del previsto mentre le azioni intraprese a livello globale per tagliare drasticamente le emissioni di gas serra, frenare il riscaldamento globale e contrastare la crisi climatica siano ancora insufficienti”.

Possibili futuri climatici: i messaggi principali del rapporto IPCC

Il Rapporto di Valutazione dell’IPCC valuta “una probabilità superiore al 50% che 1,5°C di riscaldamento, rispetto al periodo pre-industriale, venga superato negli anni immediatamente successivi al 2030, ovvero in anticipo rispetto a quanto valutato nel precedente rapporto pubblicato nel 2018”.

“Le emissioni continuano ad essere più alte di quello che le nazioni avevano promesso, il riscaldamento è più veloce di quello che ci aspettavamo e le ultime statistiche sulle emissioni, ci portano, se tutto andrà bene, ad un incremento della temperatura di 2,1°.

Solo iniziando a diminuire, immediatamente, le emissioni in modo significativo e globale avremo qualche possibilità di mantenere la temperatura a più 1,6 o 1,7 gradi e magari con la tecnologia, nella seconda parte del secolo, arrivare a più 1,5 gradi.”

Pertanto:

  • è atteso che la temperatura superficiale globale continuerà ad aumentare almeno fino alla metà del secolo;
  • una temperatura più alta intensificherà gli eventi metereologici e climatici molto umidi e molto secchi, con implicazioni per inondazioni o siccità;
  • I ghiacciai montani e polari sono destinati a continuare a sciogliersi per decenni, è probabile che l’Artico sarà praticamente privo di ghiaccio marino a settembre almeno una volta prima del 2050;
  • Il livello medio globale del mare continuerà ad aumentare nel corso del XXI secolo, rispetto al 1995-2014 l’aumento sarà probabilmente di 28 – 55 centimetri entro il 2100 nello scenario di emissioni di gas serra molto basse, e da 63 cm ad 1 metro nello scenario di emissioni molto elevate;
  • l’innalzamento relativo del livello del mare contribuirà all’aumento della frequenza e della gravità delle inondazioni costiere alle quote più basse e all’erosione costiera lungo la maggior parte delle coste sabbiose;
  • nelle città costiere, la combinazione di eventi estremi più frequenti a livello del mare e di venti estremi di pioggia/deflusso dei fiumi renderà più probabili le inondazioni.

Come limitare i cambiamenti climatici futuri ?

Per limitare il riscaldamento globale è necessario ridurre le emissioni di CO2 ad un valore pari a zero, insieme a forti riduzioni delle emissioni degli altri gas serra.

C’è una relazione quasi lineare tra le emissioni di COe il riscaldamento globale.

Tuttavia a breve termine (2021-2040), anche negli scenari con una forte riduzione dei gas serra, questi miglioramenti non saranno sufficienti a raggiungere le linee guida sulla qualità dell’aria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

La COP26 (Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici) di Glasgow, appena conclusa, rappresentava una grande opportunità per imboccare la giusta direzione ma purtroppo, a parte l’accordo per fermare la deforestazione entro il 2030, tutto il resto è praticamente rimandato; i “grandi” della terra hanno “deciso di non decidere”.

Non si parla più di graduale «eliminazione» dei combustibili fossili, principale fonte di emissioni di gas serra, bensì di «riduzione».

Nessuno se l’è sentita di mettere in discussione apertamente il punto chiave di “non superare 1,5° di riscaldamento globale a fine secolo”, ma sarà dura raggiungere l’obbiettivo con queste premesse.

I Paesi partecipanti hanno preso l’impegno di tornare al tavolo, nel 2022, con “Piani più ambiziosi di tagli alle emissioni a medio termine” e l’impegno “a fare e dare di più, in termini di fondi e conoscenze ai Paesi più vulnerabili”.

E l’Italia come si prepara a questa sfida del futuro?

Obiettivi da raggiungere entro il 2030:

  • ridurre del 55 % la CO2 rispetto al 1990
  • produrre il 40 % di energia elettrica da fonti rinnovabili

Abbiamo davanti nove anni.

Servono 70 miliardi di watt, (70 GW) da energie rinnovabili.

Secondo i dati di Eurostat aggiornati ad aprile 2021, in Italia sono installati 21 GW di Fotovoltaico; incrementare, da oggi al 2030, il parco fotovoltaico di 50 GW è certamente impegnativo, ma è possibile se confrontabile con quanto già fatto in passato (nel 2010-2011 sono stati aggiunti alla rete 6 GW di fotovoltaico all’anno, poi il trend è diminuito). Gli ultimi incentivi del Governo hanno lo scopo di favorire la ripresa delle installazioni di impianti fotovoltaici: nei tetti delle fabbriche, degli uffici, dei parcheggi (per la ricarica delle auto elettriche), degli edifici pubblici, delle abitazioni private, sia per utilizzare l’energia prodotta dall’impianto per consumi interni (computer, illuminazione…) sia per immettere in rete quella non utilizzata diminuendo così i costi.

Anche in questo settore il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) offre una grande opportunità. Il PNRR dà le risorse per il periodo 2021-2026 per iniziare ed impostare l’indirizzo dello sviluppo sostenibile dei prossimi decenni.

Altre risorse del PNRR devono incentivare gli investimenti nella SCUOLA, nella FORMAZIONE, nella RICERCA, nelle professioni del domani, nella salvaguardia dell’Ambiente.

Se non intraprendiamo con tenacia questa direzione, i bambini di oggi, tra 30/40/50 anni, si troveranno a dover convivere con cambiamenti climatici estremi, con gravi conseguenze per la salute.

Occorre dunque promuovere un’educazione ambientale nelle scuole, nelle università, tra i cittadini, per fornire a tutti le conoscenze per affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici.  È indispensabile che la Politica ascolti, da subito, le nuove generazione e le comunità scientifiche e promuova campagne di sensibilizzazione sull’adattamento e la mitigazione ai cambiamenti climatici, usando ogni possibile strumento di divulgazione al fine di mettere ogni persona nella condizione di essere informata e coinvolta.

Noi continueremo a fornire il nostro contributo con articoli sull’argomento.

Vi invitiamo a leggere anche gli articoli precedenti:

quello di febbraio 2020 dove abbiamo trattato delleconseguenze del nostro vivere quotidiano” e “di cosa possiamo o dobbiamo fare a sostegno della natura”, per soffermarci poi sulle Energie rinnovabili, chiave per un futuro migliore;

e quello di febbraio 2021 dove abbiamo approfondito le relazioni traCambiamenti climatici, inquinamenti e pandemia” per evidenziare “ come tutto sia collegato”.

Fonte dei dati:  Sesto Rapporto sul clima (IPCC) emesso il 9 agosto 2021

Dal libro “Non Siamo Eroi” di Sara Segantin

Ungiornalista della RAI si avvicinò trafelato e mi chiese un’intervista.   

“Siamo a Trieste, una delle centinaia di città italiane che oggi scioperano contro la crisi climatica. I giovani eroi di oggi in piazza per il mondo di domani. Cosa chiedete?”.

Lo guardai dritto negli occhi, ignorando la telecamera, e scossi la testa: “Non siamo eroi. Siamo solo ragazzi e ragazze. E abbiamo tanta paura. Siamo persone, come lei, come voi, e non vogliamo rinunciare alla speranza che le cose possano cambiare. Io ho appena compiuto diciannove anni. Tanti altri sono poco più giovani o poco più vecchi. Oggi in piazza, domani al voto, scegliendo con responsabilità”.

Quindi guardai la telecamera con sguardo deciso: “Non siamo eroi, siamo cittadini e cittadine d’Italia e del mondo. Abbiamo il diritto di pretendere un futuro”.

Siamo tremendamente in ritardo, ma c’è un ultimo treno che possiamo tentare di prendere. Si chiamano scelte Politiche, investimenti economici, ricerca e applicazione. Perché quel treno parta, però, è necessaria una locomotiva. Si chiama volontà, la volontà di ciascuno di noi.”

25 novembre, Giornata contro la violenza sulle Donne

Ogni giorno, in Italia, ci sono 89 donne vittime di violenza di genere e nel 2021 sono stati 109 i femminicidi, il 40% di tutti gli omicidi commessi. Di questi, 93 sono avvenuti in ambito familiare-affettivo e, in particolare, 63 per mano del partner o dell’ex partner. Questi i dati allarmanti diffusi in occasione del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Messaggio del Presidente della Repubblica in occasione del 25 novembre: “Per uscire da questa spirale è necessario educare: educare al rispetto, educare alla parità, educare all’idea che mai la forza può costituire uno strumento di dialogo”

“Già nelle famiglie si deve diffondere questa educazione e poi nelle scuole, fin dalla prima infanzia. È fondamentale che le donne che hanno subito violenza sentano intorno a loro un mondo che le accoglie e le protegge, per consentire loro di uscire dal silenzio e liberarsi da quel recinto dove è nata la violenza. Solo con una società pronta a sostenere le vittime sarà possibile sconfiggere la violenza contro le donne. Per questo è importante l’attività che ogni giorno portano avanti le istituzioni, le associazioni, le volontarie e i volontari, che tentano di costruire rifugi per curare e prevenire gli episodi di violenza”.

Conclude sottolineando l’importanza della prevenzione, che “richiede ascolto, interventi, reti di sostegno e in molti casi strumenti per offrire alle donne un’alternativa di vita libera. La dipendenza, spesso di carattere economico, in cui molte di esse si trovano è di ostacolo alla ricerca di protezione e alla stessa denuncia degli episodi violenti. Resta ancora molta strada da fare, ma occorre continuare ad operare, individualmente e con azioni collettive, perché eliminare la violenza sulle donne è un obiettivo essenziale per il nostro vivere in comune”.

 1522 – Numero Anti Violenza e Stalking

Il torrente Chiavona – un ambiente da salvaguardare e valorizzare

Articolo di Loris Manzardo inviato alla mailgruppo@viverecalvene.it

Non solo preservarlo per le future generazioni ma…. Contribuire a migliorarlo!“.

Con queste parole si apre nel vostro sito il capitolo dedicato all’Ambiente!

Bene.

Come tutti sappiamo il nostro piccolo paese oltre ad essere attraversato dal torrente Astico è anche attraversato dal torrente Chiavona. Quelli che hanno più o meno la mia età possono ricordare molto bene che fino agli anni 70/80 del secolo scorso le acque di questa piccola valle si potevano tranquillamente bere in tutta sicurezza.

Si pescavano i gamberi ed i marsoni.

Penso che molti in paese conoscono la Chiavona fino al Capitello della Peste, ma la parte più bella è certamente quella che dal Grumale va fino alle sorgenti sotto Mortisa/Lore.  

Tutto però è cambiato e compromesso da quando sono state fatte le fognature di Mortisa.

Come si può vedere dalle foto allegate, le acque della fognatura vengono fatte scaricare in una piccola valle che porta direttamente al torrente.

Se si fa un sopralluogo si vede chiaramente nel punto di incontro, senza bisogno di nessuna analisi, la differenza tra prima e dopo.

Circa 30 anni fa era nato, con scarso successo, un “comitato per la salvaguardia della Chiavona” che era riuscito ad avere un incontro con il comune di Lugo, ma la cosa è finita lì non avendo trovato seguito in paese.

Credo che ora la sensibilità ambientale sia cresciuta, in parte per la salvaguardia stessa della natura (a volte ancora poca), ma soprattutto per la presa di coscienza delle conseguenze per la salute quando si vive in un ambiente inquinato.

Vivere un ambiente sano è interesse di tutti.

Dal punto di vista tecnico ci sono varie soluzioni. Tutto dipende dalla volontà politica e dalla disponibilità economica.

Sono cambiate anche le condizioni dei Comuni, la gestione del servizio idrico integrato (acquedotto, fognatura e depurazione) fa capo a VIACQUA, società per azioni a capitale totalmente pubblico che gestisce 68 Comuni della Provincia di Vicenza, con capacità finanziarie completamente diverse da quelle dei Comuni.

Questo potrebbe essere il momento di un’azione congiunta tra il Comune di Lugo ed il Comune di Calvene per chiedere a VIACQUA di inserire nella prossima programmazione degli interventi, un collettore che raccolga le acque di scarico di Mortisa.

Il vostro capitolo accenna anche a percorsi natura: ecco, questo sarebbe un bel percorso che parte dal ponte della Chiavona e arriva fino a Mortisa.

Ci sarebbe solo da aprire qualche centinaio di metri di un vecchio sentiero per creare un collegamento nella zona Grumale.

Il ritorno si può fare per le cascate della Rocca, anche queste quasi sconosciute in paese.

Loris Manzardo

Ringraziamo Loris per il suo contributo, sarà nostro compito portare l’argomento alla discussione del Consiglio comunale.

L’idea di un percorso natura va nella giusta direzione della valorizzazione di un ambiente unico a due passi dal centro del paese. Una valle che esprime la sua bellezza in ogni stagione dell’anno: dai tappeti di “aglio orsino” in primavera alla fioritura estiva, al verde intenso dei muschi autunnali e invernali.

Punto di partenza Capitello della Peste.

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